SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Di seguito una nota del presidente di Città Grande del Piceno, Paolo Virgili.

In una famosa lettera del 3 agosto 2017, Roberto Laghezza, direttore della Direttrice Adriatica di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) si impegnava allora in un programma di progressiva eliminazione delle barriere architettoniche nelle stazioni di tutta la rete nazionale e quindi elencava gli interventi previsti nella Regione Marche nel biennio 2017-18.

Al momento per la Stazione ferroviaria di San Benedetto in tema di accessibilità per disabili, o per persone che hanno difficoltà nel movimento, poco e niente è migliorato.

I binari 2 e 3 della stazione, quelli di corretto transito restano inaccessibili e così non si può fisicamente salire sulla banchina ferroviaria centrale. Ancora oggi per prendere un treno, un disabile deve rivolgersi con almeno 12 ore di anticipo al servizio Sala Blu.

Mentre tutte le altre stazioni marchigiane venivano rese accessibili entro la fine del 2018 per San Benedetto si precisava che “I lavori per l’installazione di ascensori non hanno avuto inizio in quanto sono previsti estesi lavori di riconfigurazione del piano binari e relativi impianti che saranno avviati nel 2019. Per cui è possibile accedere al servizio ferroviario erogato sui binari 1 e 4, rivolgendosi alla Sala Blu”.

Ad oggi, aprile 2021, sono riusciti a fare lavori solo a Pesaro e Civitanova Marche con ascensori e banchine rialzate per cui, con i nuovi treni regionali si può salire in autonomia, ma in Freccia Rossa e d’Argento necessita di un montacarichi.

La stazione di Osimo ha la banchina rialzata senza ascensori ma con gli scivoli. Sulla Falconara Fabriano alcune stazioni hanno le banchine rialzate ma l’ascensore solo a Castelplanio.

Da Porto Sant’ Elpidio fino a Porto d’Ascoli siamo ancora al nulla e i disabili non hanno accesso ai treni in autonomia. In pratica un bacino di utenza da oltre 250 mila persone da Civitanova a Pescara e considerando anche le città interne, non ha una moderna e accessibile stazione ed anzi viene anche dimenticata da fermate di lunga percorrenza.

Considerando che la regione Emilia Romagna nella tratta Rimini Ravenna ha molte stazioni a norma e Riccione, Cesena, Forlì, Faenza e Imola sono a norma.

Questo dimostra la totale mancanza di legalità persistente nella nostra società e il particolare stato di abbandono che vive il lato sud delle Marche. Allora sorge spontanea la domanda: ma gli enti preposti, le forze dell’ordine, la guardia di finanza, i magistrati, gli amministratori pubblici che cosa fanno?

Perché non agiscono per il rispetto delle tante leggi esistenti e davanti a tante denunce fatte pubblicamente dai cittadini che vivono
quotidianamente i disagi di una condizione di disabilità?