SAN BENEDETTO DEL TRONTO 1Nuovo appuntamento culturale venerdì 2 aprile nell’ambito della rassegna “Incontri con l’Autore XL ed. inverno-primavera 2020/2021”, organizzata dall’ associazione “I Luoghi della Scrittura” e dalla libreria “Libri ed Eventi” in collaborazione con “La Fabbrica Dei Fiori” e “Pelasgo Grottammare”, con il sostegno di BPer Banca e patrocinata dal Comune di San Benedetto del Tronto. Ospite lo scrittore Giuseppe Catozzella, che, in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale Youtube dell’associazione, ha presentato il suo ultimo romanzo dal titolo “Italiana”. Ha dialogato con lui Sonia Loffreda.

La vera storia di Maria Oliverio, una giovane donna alla guida di una banda di briganti in rivolta contro l’esercito regio in un’Italia da unire, è il tema centrale di questo romanzo, frutto di un lungo lavoro di ricostruzione storica e sociale del periodo che va dal 1860 al 1866.

“Ho messo insieme documenti storici e sociali e faldoni dei processi subiti dalla protagonista, attraverso i quali ho ricostruito la storia di Maria e quella del nostro paese – ha spiegato l’autore – Maria Oliverio e i suoi seguaci hanno combattuto per rendere l’Italia un paese equo e giusto, libero ed emancipato. In questo romanzo ho raccontato la guerra civile italiana, che è stata il nostro grande rimorso nazionale”.

“In realtà il nostro paese ne contiene ancora due – ha continuato – Questo romanzo, oltre a essere la storia di un amore feroce e della liberazione di una donna, è soprattutto la biografia di una nazione che tentava di liberare se stessa, ma che avrebbe ancora bisogno di una mano per emanciparsi”.

E ha aggiunto: “La nostra storia deriva anche da persone come lei, che hanno creduto nella possibilità di creare un mondo culturale, che è quello della libertà, da lasciare in eredità a noi oggi”. La cultura, infatti, e più concretamente i libri, è nella storia di Maria un’importante chiave di volta perché la spinge a trovare dentro di sé il coraggio e la forza di combattere per la propria liberazione, prima ancora che per quella dell’Italia.

“Purtroppo – ha osservato Catozzella con rammarico – siamo nati e continuiamo a essere un popolo diviso tra civette e stambecchi: da un lato c’è chi si salverà sempre perché è capace di saltare sul carro giusto al momento giusto, dall’altro c’è chi non riesce a farlo perché crede ancora in un ideale di giustizia. E questo è lo scenario i cui ci siamo abituati a vivere in questi ultimi 160 anni. Siamo un popolo ancora in cerca della propria identità perché non siamo capaci di cambiare le cose tutti insieme. Siamo figli di un tradimento”.

Tuttavia, ha ammesso l’autore: “Siamo abitati da una fiammella inestinguibile che niente e nessuno potrà mai spegnere. Se teniamo fede a questa consapevolezza diventiamo invincibili”. Proprio come accade alla protagonista della storia, che diviene se stessa nel momento in cui tiene fede a questa fiammella, a quell’afflato di libertà e giustizia dal quale è animata.

“Scrivere – ha concluso Catozzella – vuol dire avere a che fare con la propria memoria, con i propri ricordi, con il proprio passato e con i propri miti. Prima di scrivere” ha, inoltre, precisato “devi attingere a un universo di immagini ricco e significante, dove tutti i nostri miti, personali e collettivi, si sedimentano. Ognuno di noi è se stesso, ma è anche il luogo in cui è nato, il paese da dove viene”.