
TERAMO – “Stanotte, intorno all’1.45, una squadra del distaccamento di Roseto degli Abruzzi, è intervenuta sulla strada comunale Colle Crestone a Pineto, per l’incendio di una casetta in legno. Giunta sul posto la squadra ha richiesto il supporto di un’autobotte del Comando di Teramo, dato che le fiamme avevano avvolto completamente la casetta, al cui interno era installata una caldaia alimentata a combustibile solido (nocciolino)”.
Si apre così la nota diffusa dal Comando Provinciale dei pompieri di Teramo il 26 marzo: “Nessun danno invece al vicino fabbricato di civile abitazione della stessa proprietà proprietà. A seguito dell’incendio la casetta è andata completamente bruciata. I vigili del fuoco hanno spento rapidamente l’incendio e provveduto a smassare tutto il materiale parzialmente bruciato, per estinguere anche le piccole fiamme covanti”.
Nel comunicato si legge e si prosegue: “Al termine dell’intervento, intorno alle 3.45, la squadra è stata inviata a Silvi, in via D’Annunzio, presso la struttura conosciuta come l’ex villaggio del fanciullo, dove si era verificato l’incendio di una casetta. L’incendio ha interessato un edificio monolocale isolato in muratura di circa 25 metri quadrati. I vigili del fuoco intervenuti hanno provveduto rapidamente a estinguere l’incendio. Durante le operazioni di smassamento della copertura crollata è stato rinvenuto il corpo carbonizzato di un uomo. Dai primi accertamenti sembrerebbe trattarsi di 62enne di origini marrocchine. Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri di Silvi per gli accertamenti ed adempimenti del caso”.
“A seguito dell’autorizzazione del magistrato di turno, il corpo del deceduto è stato trasferito presso l’obitorio dell’Ospedale San Liberatore di Atri” concludono dal Comando.
Dall’Arma teramana, sempre in un comunicato stampa diffuso il 26 marzo, aggiungono: “Gli accertamenti effettuati dai militari dell’Arma, anche tramite accertamenti tecnici quali il prelievo di campioni di tessuto utili per ricavarne il Dna, hanno permesso di risalire all’identità della vittima: Q. E. M., un venditore ambulante di 62 anni, di origine marocchina, molto stimato dai residenti del luogo. Le verifiche svolte con l’ausilio dei vigili del fuoco hanno permesso di ricostruire in modo molto verosimile la dinamica dell’incidente: l’uomo per scaldarsi dal freddo utilizzava una stufa ad olio, incautamente posizionata, però, a pochi centimetri dal giaciglio di fortuna che si era ricavato nella casetta andata a fuoco, e questa imprudenza gli è purtroppo costata cara. Anche la successiva ispezione cadaverica effettuata presso la camera mortuaria di Atri ha confermato la dinamica ricostruita dai Carabinieri e dai Vigili del fuoco, pertanto l’Autorità Giudiziaria ha già concesso il nulla osta alla sepoltura”.
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