ALBA ADRIATICA /ASCOLI PICENO – Nella giornata di ieri, 24 marzo, i Carabinieri del Comando Provinciale di Ascoli Piceno, nella città delle Cento Torri e adAlba Adriatica  hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misure cautelari agli arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Ascoli Piceno, su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini, condividendo pienamente con le risultanze investigative rapportate dall’Arma, nei confronti di due indagati, ritenuti responsabili di concorso in produzione e detenzione di sostanza stupefacente del tipo marijuana“. 

Così dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Ascoli Piceno in un comunicato stampa diffuso il 25 marzo: “All’esito di una articolata attività d’indagine durata alcuni mesi anche con attività tecniche, i militari del Nucleo Investigativo, unitamente alla Compagnia di Ascoli Piceno, hanno comprovato l’esistenza di una organizzazione composta da tre soggetti responsabili in concorso del reato in contesto, che sono: un ascolano di 54 anni, imprenditore, e un albanese, operaio edile, residente ad Alba Adriatica di 34 anni, entrambi già conosciuti alle Forze dell’Ordine, e un terzo indagato, arrestato dai Carabinieri il 9 ottobre 2020, allorquando ebbe inizio l’indagine”.

Nella nota stampa si legge: “Quel giorno infatti, i Carabinieri della Compagnia di Ascoli Piceno fecero irruzione in un casolare della periferia ascolana, sorprendendo un trentenne di origini albanesi, in Italia senza fissa dimora, intento a prendersi cura di una piantagione indoor di marijuana. Nel casolare furono rinvenute cinque stanze a piano terra completamente adibite a serra con 1.500 vasi di piante e un impianto molto sofisticato di illuminazione e irrigazione da un pozzo attiguo all’abitazione, ben organizzato  con tanto di riscaldamento a parete, rilevatori di temperatura ed umidità”.

“Il trentenne, colto nella flagranza del reato di coltivazione di sostanza stupefacente, fu tratto in arresto. L’indagine, sviluppata successivamente, ha consentito di raccogliere gravi ed univoci elementi probatori in ordine al concorso dell’italiano e del 34enne albanese nell’allestimento della serra, il cui ricavato avrebbe fruttato decine di migliaia di euro, invadendo il mercato dello spaccio nei mesi a venire in tutto il territorio tra Marche e Abruzzo” aggiungono dall’Arma picena.

Dal Comando ascolano proseguono: “All’operazione di servizio in contesto, con esecuzione di perquisizioni delegate presso le abitazioni e le pertinenze dei due, dove è stato rinvenuto materiale idoneo al confezionamento dello stupefacente, hanno collaborato i Carabinieri della Compagnia di Alba Adriatica e le unità Cinofile Carabinieri di Pesaro e Chieti”.