SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Abruzzo nel cuore. E nelle lettere.Giovedì 11 marzo nell’ambito della rassegna “Incontri con l’Autore: XL ed. inverno-primavera 2020/2021”, la scrittrice abruzzese Donatella Di Pietrantonio è stata ospite dell’associazione culturale “I Luoghi della Scrittura” in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale Youtube dell’associazione dove ha presentato il suo ultimo romanzo “Borgo sud” ( Einaudi ).

L’evento, organizzato da I Luoghi della Scrittura e dalla Libreria Libri ed Eventi in collaborazione con La Fabbrica Dei Fiori, Pelasgo Grottammare e con il sostegno di BPer Banca, è stato patrocinato dal Comune di San Benedetto del Tronto. Hanno dialogato con l’autrice Giovanna Frastalli e Antonella Roncarolo.

Dopo “L’Arminuta“, Donatella Di Pietrantonio torna a raccontare in “Borgo sud” le vicende dell’Arminuta e di sua sorella Adriana attraverso una storia intensa, dura e commuovente. Il libro è stato candidato da Nadia Fusini al Premio Strega 2021.

Nemmeno in “Borgo sud” l’Arminuta ha un nome, ma continua a essere “la ritornata”.
“L’Arminuta è nata senza nome e questa omissione riguardava il tema dell’identità e dell’appartenenza di un’adolescente che ora, in “Borgo sud”, è diventata adulta” ha osservato la Di Pietrantonio. “Per questo credo che, istintivamente, io non le abbia dato un nome, perché lei non sente di esistere, di appartenere e anche qui, richiamata da un evento tragico che la porta a raccontarci di sé e di sua sorella Adriana, la protagonista continua a essere un’Arminuta”.

La grande novità di “Borgo sud” è la presenza di un protagonista maschile, Piero: “Ho sentito forte la sua voce” ha detto l’autrice “e per me è stata una cosa nuova cercare di entrare in un personaggio maschile”. Ha, però, confessato: “Paolo, a cui è dedicato il libro, è una persona che mi onora della sua amicizia e che mi ha aiutata a entrare nell’intimità di Piero”.

Parlando poi della sua terra, l’Abruzzo, in cui sono ambientati tutti i suoi romanzi, la Di Pietrantonio ha dichiarato: “Ogni volta che mi ripropongo di limitarlo, si prende un grande spazio. È una terra che straripa sulle pagine; ho cominciato a considerarlo come un patrimonio, una grande pentola d’oro a cui attingere” e ha aggiunto: “Mi sembra di avere un secolo di vita per aver trascorso l’infanzia in un luogo isolato, come sospeso nel tempo, immersa in una piccolissima comunità, che mi ha segnata nel bene e nel male. Così, dopo essermi sentita quasi in colpa per la presenza strabordante dell’Abruzzo nei miei libri, poi ho pensato, invece, che dovevo esserne la testimone”.

Un libro in cui si concentrano tanti elementi diversi, tra cui anche l’aspetto della tradizione, dei riti e della magia popolare, che la Di Pietrantonio ha spiegato di aver recuperato negli anni. Le due protagoniste, infatti, non fanno altro che “avverare i presagi e le maledizioni della madre, ubbidiscono a certi mandati famigliari”.

L’Arminuta”, il libro di cui “Borgo sud” è la naturale continuazione, diventerà un film: “Vedere le pagine del libro che diventano immagini e scene, nonostante i tagli necessari, è stato emozionante, perché il film ha dato un’impronta nuova alla storia. Curare la sceneggiatura, di cui sono stata un semplice aiuto della bravissima Monica Zapelli, è stata un’esperienza bellissima”.

Molti sono anche i riferimenti nel libro a fotografi e scrittori più o meno noti; tra questi, uno dei più celebri è Cesare Pavese, che l’autrice ha letto con interesse da adolescente e, parlando degli adolescenti di oggi, ha affermato: “Non a tutti consiglierei di leggere Pavese, ma sicuramente lo consiglierei agli adolescenti che leggono. Oggi ci sono adolescenti che sono lettori e lettrici formidabili, che hanno sensibilità, profondità di sguardo e disponibilità a entrare in certe pieghe umane”.

E nel romanzo non mancano fiducia e aspettativa nelle nuove generazioni.