SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si chiama “bioluminescenza del plancton” ed è uno dei fenomeni marini più spettacolari, proprio perché abbastanza rari da osservare.

Grazie alle foto e ai video del giovane sambenedettese Jacopo Conti, il quale, con alcuni amici, nella sera dell’8 marzo, ha ammirato il fenomeno e tramite il nostro giornale lo rende di pubblica consultazione.

“Per bioluminescenza si intende la capacità di alcuni organismi viventi di emettere luce. Questa caratteristica è dovuta ad alcune reazioni chimiche che avvengono all’interno del corpo degli individui grazie ad un enzima, cioè ad una proteina capace di fare avvenire una reazione che altrimenti non avrebbe luogo oppure di velocizzarla – si legge nel sito Biopills.net – L’enzima responsabile della bioluminescenza si chiama luciferasi e, in presenza di ossigeno, favorisce l’ossidazione di una molecola, chiamata luciferina, grazie all’impiego di energia. La luciferina ossidata è però una molecola instabile, che decade velocemente al suo stato originario, emettendo luce”.

Molti organismi viventi sono in grado di emettere luce grazie ad alcune reazioni chimiche che avvengono nel loro corpo. Tra le manifestazioni più spettacolari di questo fenomeno vi è, appunto, la bioluminescenza del plancton marino.

Il plancton bioluminescente è diffuso in tutti i mari del mondo e nelle giuste condizioni dà luogo ad uno spettacolo davvero sorprendente. Gli organismi planctonici in grado di emettere luce però non sono tutti uguali.

“Le alghe considerate responsabili dell’illuminazione e colorazione del mare sono le Noctiluca scintillans” affermano i nostri lettori.

Dal sito Biopills.net leggiamo: “Il fenomeno è molto affascinante, eppure la motivazione per cui è inizialmente comparso negli esseri viventi è molto poco romantica, visto che i ricercatori ipotizzano che l’emissione di luce sia nata come prodotto di scarto della reazione catalizzata dalla luciferasi. Pare infatti che questa reazione avesse innanzitutto una funzione antiossidante, volta cioè ad eliminare l’ossigeno dalle cellule. L’emissione di luce è nata quindi come effetto collaterale”.

“Nel corso del tempo, tuttavia, gli organismi hanno sviluppato diverse tecniche molto efficienti per rimuovere l’ossigeno cellulare. Attualmente quindi non sussistono più le condizioni che rendono necessaria la funzione antiossidante della reazione della luciferasi: le motivazioni che hanno portato alla conservazione di questo meccanismo sono da ricercare altrove” conclude il portale scientifico.