SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un appello del Presidente Itb Italia Giuseppe Ricci.
Quale Pasqua? Sta arrivando la Pasqua, ma noi balneari non apriremo gli ombrelloni, né i nostri bar o ristoranti: non siamo più la stazione di cura e soggiorno, nelle cartoline d’epoca.
Pasqua per noi balneari ha sempre avuto un significato importante: è il momento in cui inizia la stagione balneare, è il momento di una ripartenza per una nuova avventura, per una nuova estate, dopo i lunghi mesi invernali.
Vorremmo tanto tornare ad alzarci ogni mattina alle 6, al sorgere del sole, e lavoreremo fino a mezzanotte ed oltre per assicurare le giuste vacanze ai nostri ospiti, e il giusto sostentamento alle nostre famiglie.
E questo tutti i giorni, senza pause, comprese feste e domeniche, sempre.
E saremo al nostro posto, anche a costo di non star bene, di saltare il pranzo, risolvendo problemi e fornendo assistenza i nostri clienti, sempre col sorriso.
Ed in più con l’ansia, quando vai a dormire, che domani il tempo non sia cattivo, che il mare non faccia i capricci, distruggendo le nostre attrezzature, il nostro lavoro e, soprattutto, devasti i nostri bellissimi litorali.
E, poi, come se non bastasse, ecco il comune timore del maledetto Covid.
Stiamo vivendo nell’attesa che arrivino i vaccini, sperando che il tempo sia clemente, e che tutti possano tornare al mare e alle nostre bellissime spiagge.
E mi chiedo, come tutti i miei colleghi: non sarebbe il caso di essere informati, di sapere come dobbiamo comportarci, cosa dobbiamo, o non dobbiamo, fare. Eppure, ad esempio, nell’ultima estate , con il nostro contributo del 7 % del Pil nazionale, abbiamo dato un grande aiuto a salvare l’economia nazionale e del turismo in particolare. Eppure noi balneari non abbiano mai avuto indennizzi, sovvenzioni, contributi per gli investimenti fatti, ristori, né dallo Stato e né dalle Regioni.
Ed ora, abbiano anche chi vorrebbe mettere all’asta le nostre concessioni, quasi che noi fossimo falliti e le nostre strutture merce di scambio per chi sa quali interessi.
E tutto questo per via di una assurda, incomprensibile direttiva Europea che toglie il lavoro alle imprese che da anni lo svolgono per affidarlo a ignoti speculatori, miseramente ricchi. A questo punto diciamo basta all’Europa, basta perché state sbagliando, basta perché un offesa alla dignità di tanti lavoratori.
Ora noi pretendiamo dal nuovo Governo in un nuovo governo (il decimo dell’epoca Bolkestein) che i partiti si schierino dalla nostra parte, dalla parte dei lavoratori del mare: alcuni lo sono da anni, speriamo che gli altri capiscano e seguano.
E, davanti a tutto questo una domanda resta nell’aria: perché noi, parte in causa, non siamo mai chiamati dal governo per spiegare le nostre ragioni? Perché non possiamo avere le risposte alle nostre giuste esigenze? Perché su questi temi non possiamo andare al voto? Perché questo assordante silenzio? Cari colleghi siamo gente di mare e sappiamo benissimo che il vento prima o poi cambierà e cambierà anche per noi.
Se sarà così questa volta (e se riusciremo a capire chi si è compromesso in strani giochi politici), allora il vento, per il nostro turismo balneare, come usano augurarsi i marinai, sarà “vento in poppa”.
Per adesso Buona Pasqua a tutti ma sarà una buona Pasqua anche per noi.
E quale Pasqua sarà per chi non ha mai trovato una soluzione ai problemi dei balneari, neanche quando l’Itb Italia ha avanzato le sue proposte, le ha divulgate e discusse nelle sedi istituzionali?
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