SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In occasione della giornata internazionale della donna, l’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di San Benedetto del Tronto ha organizzato la videoconferenza “Il coraggio delle donne: le donne albanesi” in diretta streaming sulla pagina Facebook “Città di San Benedetto del Tronto”.

All’ incontro hanno preso parte, oltre all’assessore alle Pari Opportunità, Integrazione, Inclusione e Pace, Antonella Baiocchi, al sindaco di San Benedetto del Tronto, Pasqualino Piunti, all’assessore ai servizi sociali, Emanuela Carboni, alla presidente della commissione Pari Opportunità della Provincia di Ascoli Piceno, Nietta Lupi, il presidente dell’associazione albanese, Vasil Nushi e diverse donne della comunità albanese di San Benedetto. Ha coordinato gli interventi il consigliere comunale Gianni Balloni, che ha anche ricordato il rapporto plurisecolare che esiste tra Italia e Albania.

“Siamo tutti diversi, ma accomunati dallo stesso cuore e dagli stessi obiettivi di vita” ha esordito l’assessore alla Pari Opportunità, Antonella Baiocchi. “Momenti come questo, di condivisione delle diversità, dovrebbero esserci in ogni periodo dell’anno. Questo di oggi, anche se è una goccia nell’oceano, è comunque un altro passo verso l’inclusione”.

“È un piacere commemorare insieme alla comunità albanese la giornata odierna, una giornata in cui bisogna riflettere su quanto è stato fatto per il riconoscimento delle pari opportunità e dei diritti delle donne” ha osservato il sindaco Piunti, continuando: “In passato alle donne è stato negato il diritto all’evoluzione; non si può certo ignorare il ruolo dell’uomo, ma è necessario capire che leader si diventa sul campo. Il rametto di mimosa che si regala alle donne deve essere accompagnato dagli atteggiamenti, altrimenti non abbiamo fatto niente, se non ipocrisia”.

“Anche questa sera esprimo vicinanza alla comunità albanese e le rinnovo la mia disponibilità” è intervenuta l’assessore ai servizi sociali, Emanuela Carboni.

“Invitiamo rappresentanti albanesi ad inserirsi all’interno della nostra commissione comunale Pari opportunità” ha poi dichiarato Maria Antonietta Lupi, presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Ascoli Piceno, sottolineando anche quanto le donne abbiano dimostrato capacità e spirito di sacrificio: “Spesso le donne ricevono stipendi più bassi degli uomini, pur ottenendo risultati migliori nel proprio lavoro, oppure sono costrette a rinunciare a lavorare per prendersi cura dei figli perché purtroppo non ci sono sufficienti strutture cui possono affidarli”.

Ringraziamenti al sindaco e agli assessori comunali per l’aiuto e il supporto e un augurio a tutte le donne del mondo da parte del presidente dell’associazione albanese Vasil Nushi: “È difficile trovare tutte le parole per parlare della donna, un simbolo della nostra società e della nostra vita”.

Assente giustificata, la giornalista Elona Jushi Pasha ha affidato la lettura della sua relazione, “Il ruolo della donna nella nostra terra madre e nella società italiana”, ad Adelina Haxhiu: “Durante i difficili anni del comunismo la figura della donna non veniva riconosciuta in Albania. L’8 marzo era la festa delle madri e, solo dagli anni ’90, è diventata quella della donna, anzi, del riconoscimento dei diritti delle donne. Non dimentichiamo, però, tutte quelle donne che subiscono violenza e soprattutto quelle che, con dolore, hanno deciso di prendere la strada dell’emigrazione, scegliendo di lasciare il proprio paese e un buon lavoro per tenere unita la famiglia e per il futuro dei loro figli”. Un ricordo, poi, per la figura di una donna albanese speciale, Madre Teresa di Calcutta, “donna caritatevole e di cuore”. La Haxhiu ha, inoltre, testimoniato la propria fortunata esperienza di immigrazione in Italia: “ho fatto leva sul mio coraggio e sulla generosità delle donne che ho incontrato qui”.

Toccanti anche le testimonianze delle altre donne albanesi intervenute. “La nostra buona integrazione qui ha reso possibile anche la promozione della nostra lingua, parte inseparabile dell’identità di un popolo. Le donne albanesi in Italia hanno saputo trovare la giusta strada per integrarsi bilanciando lavoro e famiglia” ha osservato Luljeta Osmanaj.

“Ho lasciato l’Albania sei anni fa per dire basta alla violenza. Mi sento privilegiata di far parte di questa associazione e ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutata a non sentirmi sola perché è grazie a loro che ora sono una donna libera. Vorrei essere un esempio per tutte le donne che subiscono violenza perché trovino il coraggio di dire basta: chi ti ama non ti fa del male” ha confessato Merita Hasani.

“Vorrei che le donne albanesi riuscissero a realizzarsi nella loro professione anche qui in Italia” ha, infine, ribadito Irisa Nushi. “Ho scelto di vivere a San Benedetto perché qui ho trovato cordialità e rispetto, perché qui la donna è considerata una parte integrante della vita di ogni giorno”.