FERMO – “Una delle conseguenze dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19 sul sistema economico è l’incremento del rischio di infiltrazioni criminali. Il Covid-19 ha introdotto nuovi rischi di riciclaggio e ne ha accentuati altri già presenti nel sistema economico. In particolare, la crisi economica seguita alla pandemia rende molte imprese terreno fertile per infiltrazioni criminali, attraverso acquisizioni di proprietà o di controllo di società in difficoltà finanziaria, anche grazie all’ampia disponibilità di liquidità derivante da attività illegali. Uno dei settori su cui accendere il faro è quello della ristorazione. Già prima della pandemia la ristorazione risultava uno dei settori a maggiore rischio di riciclaggio per: uso frequente di contante, alti livelli di manodopera irregolare, opacità della struttura proprietaria e alti livelli di infiltrazione della criminalità organizzata. Oltre alla ristorazione, il Covid-19 ha colpito duramente anche alberghi e agenzie di viaggi, settori che risultano fortemente esposti ad infiltrazioni a causa di vulnerabilità finanziaria, deficit di liquidità e appetibilità patrimoniale in aree a forte presenza criminale”.

Studia Iuris ha analizzato la situazione nelle Marche prendendo spunto dai risultati di uno studio appositamente realizzato dalla Cerved. Ne è emersa una “mappa” delle attività di questi tre settori che potrebbero essere a maggiore rischio di infiltrazione criminale. Per quanto riguarda il comparto della ristorazione nelle Marche le aziende a rischio default a causa del Covid  sono 199 pari al 26% di quelle attive in regione. Gli hotel diventati più vulnerabili a infiltrazioni criminali nelle Marche sono 59 pari al 31% delle realtà attive nella regione. Infine le agenzie di viaggio e i tour operatori più a rischio nelle Marche sono 41 pari al 39% delle aziende del settore attive in regione.

“Purtroppo – sottolinea l’avvocato Igor Giostra di Studia Iuris –  come ben noto, anche il nostro territorio si è dimostrato permeabile a organizzazioni criminali in grado di esportare il sistema dell’infiltrazione mafiosa in attività che, causa difficoltà economiche, cadono facile preda di chi ha in mano la doppia leva del denaro e della minaccia. Associazione a delinquere, estorsioni, usura, riciclaggio diventano così reati simbolo di una criminalità di stampo mafioso che punta ad inquinare un sistema ed un tessuto economico come il nostro, tutto sommato ancora sano”.

“I possibili e più efficaci rimedi sono – prosegue l’avvocato Giostra – di natura preventiva. Non cedere alle lusinghe del socio generoso che vuole entrare in società o di chi presta i soldi con troppa facilità. Informare sempre preventivamente i consulenti (commerciali e legali) delle operazioni che si intendono fare e con chi. Diffidare dei prestanome e pretendere di conoscere con chi si tratta veramente”.

Nel piano più squisitamente penale, è importante avere fiducia nelle forze dell’ordine appena si comprende che “l’aiuto esterno” si sta trasformando in estorsione o ricatto. Registrazioni di colloqui, Intercettazioni ambientali, appostamenti, controlli ed interventi tempestivi possono prevenire e cogliere momenti decisivi di flagranza del reato che disinnescano sul nascere il perfezionarsi dello stesso,  avendo spesso come conseguenza adeguate misure cautelari, come il carcere per i delinquenti. Fondamentale è confidarsi, non avere vergogna o timore e costruire una rete di protezione nella quale il legale può svolgere un importante ruolo di consiglio e regia.

Aiuto che il professionista può e deve dare anche dove il danno si sia già concretizzato con tutta la normativa a tutela dell’usurato e con la assistenza alla denuncia dei crimini e partecipazione attiva, sino alla conclusione del processo penale.

Ovviamente il lavoro, perché sia efficace, impegna tutte le forze sane del tessuto sociale. La politica, la magistratura, le strutture di protezione sociale ed assistenza. “Ma anche gli avvocati – conclude Igor Giostra – possono e devono svolgere il loro compito avendo spesso contatto diretto e fiduciario con i propri assistiti, fornendo loro consigli su come muoversi e dando loro contatti con gli operatori di giustizia, mediando e umanizzando così il rapporto con le autorità in un momento in cui, la vittima, spesso sfiduciata ed impaurita non ha coordinate chiare sul come agire. Far emergere il fenomeno è la premessa necessaria per combatterlo. Quindi il monitoraggio e la vigilanza sono fondamentali”.