SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Il violento diverbio tra due gruppi di persone prevalentemente di origine straniera in via Manara ha avuto inizio dopo il litigio tra due fratelli di un nucleo familiare di origine marocchina con due uomini di origine albanese ed un italiano”.

La Questura di Ascoli, tramite una nota stampa diffusa il primo marzo, torna sulla rissa sanguinosa avvenuta nella serata di sabato 28 febbraio a San Benedetto.

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Rissa a San Benedetto e bottiglia incendiaria contro un bar a Porto d’Ascoli

Dalla Questura ascolana aggiungono altri dettagli: “La discussione, sembrava nata per futili motivi e forse originata da un commento sgradito sull’origine etnica dei partecipanti, era velocemente degenerata con i partecipanti che si erano iniziati a picchiare violentemente anche con utensili reperiti nel furgone appartenente alla famiglia marocchina lì presente. Sul luogo era presente la madre dei cittadini marocchini la quale, richiamata dalle urla, trovandosi nell’abitazione adiacente, si precipitava in strada nel tentativo di frapporsi ai duellanti”.

Nella nota stampa diffusa dalla Questura si legge: “Con estrema difficoltà e l’ausilio di rinforzi, venivano soccorsi i feriti dal 118, fatto intervenire sul luogo, a causa delle lesioni riportate dai partecipanti che venivano identificati in parte sul posto ed in parte in ospedale. I partecipanti, in sede di cura ospedaliere, venivano refertati tra i due e i dieci giorni di prognosi, mentre due di questi venivano trattenuti in osservazione per sospetto trauma cranico, e in tale ambito sono in corso le opportune verifiche per accertare se gli stessi abbiano agito sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e/o alcoliche”.

“Sono in corso le escussioni delle persone in grado di riferire sulle circostanze che avrebbero dato luogo alla rissa e l’esame dei filmati estrapolati da alcune telecamere presenti in zona – si conclude il comunicato stampa della Questura – Tutti coloro che hanno preso parte alla condotta antigiuridica penalmente rilevante, saranno denunciati alla competente Autorità Giudiziaria e sanzionati per il mancato rispetto della normativa sanitaria in vigore a causa dell’emergenza Coronavirus”.