
BASTA. In prossimità delle consultazioni elettorali per l’elezione del nuovo sindaco di San Benedetto del Tronto, vedo in città una serie di movimenti che lasciano presagire poco di buono o la solita minestra.
Promotori di liste, personaggi che hanno già fatto parte dei disastrosi (per la città) precedenti consigli comunali. Chi palesemente, chi dietro un presunto nuovo.
I nomi nuovi per adesso sono Serafino Angelini e Antonio Spazzafumo. Paolo Canducci, Andrea Traini hanno già fatto parte come assessori, rispettivamente delle giunte Gaspari e Piunti nel recente passato.
Il dovere principale di un giornale, quando si tratta di politica (di amministrazione cittadina nel nostro caso) è quello di esporre i fatti (passati e futuri) con il preciso intento di aiutare i cittadini-elettori a fare meglio e con scelte ragionate.
Motivo per cui è necessario conoscerli meglio ma principalmente, secondo noi, farsi certificare le promesse finora mai mantenute dai loro predecessori, alcuni dei quali stanno addirittura riproponendosi.
Motivo per cui è meglio che spiego chiaramente cosa intendo per PROMESSE CERTIFICATE.
Chiederemo a tutti i candidati sindaci di elencare in modo conciso, concreto e chiaro, cosa intendono fare per la città e in quali tempi (in successione) per tirarla fuori dal pozzo in cui è precipitata. Concetto mio ma anche dei candidati che lo usano oggi per trovare consensi.
L’ultimo candidato in ordine di tempo, Andrea Traini, ha detto che si propone per cambiare metodo. Strano. Si è accorto quattro anni dopo che non è stato coinvolto nelle scelte, da ex assessore di Piunti per circa 1460 giorni. Vi pare normale? A noi no.
A San Benedetto del Tronto le frasi più gettonate di chi si candida sono “cambierò metodo!”, “non ubbidirò più al potere offidano!”, “serve una svolta!”, “liberiamo San Benedetto!”, “la nostra bella Riviera deve tornare a primeggiare!” e così via.
Tutte frasi generiche e vaghe che in effetti non dicono nulla, noi invece vogliamo chiamarli ad assumersi le loro responsabilità in modo concreto.
Appunto per questo motivo chiederemo a tutti di elencare le loro promesse per filo e per segno ma anche di sottoscriverle aggiungendo che, nel caso non riuscissero a mantenerle nei tempi da loro indicati, darebbero le dimissioni con margini a loro scelta. Senza se e senza ma, come si suol dire.
Una linea editoriale che dovrà porre fine alle promesse da marinaio, perché mai realizzate. Una nostra condotta che fa seguito a quella di non dare più visibilità alle beghe dialettiche tra politici e/o a comunicati stampa di chi vuole usare l’informazione come bacheca di iniziative che non sono notizie ma soltanto propaganda spicciola per far “girare” i loro nomi.
Per la certificazione delle promesse aggiungo che, se una cosa simile l’avessimo fatta prima delle ultime elezioni sambenedettesi, Pasqualino Piunti si sarebbe dovuto dimettere durante il terzo anno del suo mandato… Se l’attuale sindaco dicesse che non è vero, sarebbe un motivo in più per sottoscrivere la lettera di intenti, pena dimissioni, nel caso volesse ricandidarsi. Stesso discorso per i mandati Giovanni Gaspari e precedenti.
In tal senso mi ha confortato un commento di un lettore che vive all’estero: qui, una persona eletta, alla prima promessa non mantenuta è costretta a dimettersi perché quanto dichiarato per farsi eleggere viene certificato e calendarizzato.
Soltanto così credo e spero che i numerosi astensionisti torneranno al voto, cioè con la consapevolezza di avere un ‘pezzo di carta’ da sbattere in faccia a chi ha continuato a promettere senza averne le capacità ma solo per interessi personali di vario genere. Chiaro che, chi non accetterà di certificare, sarà ‘tagliato’ in partenza dall’elettorato.
Chiameremo per primi Serafino Angelini e Antonio Spazzafumo semplicemente perché non hanno mai fatto parte del consiglio comunale sambenedettese, poi di volta in volta tutti gli altri. Su Zoom o su Skipe con tanto di registrazione.
Questo l’ordine, che indico già adesso per fare in modo che i candidati abbiamo il tempo necessario per elencare il loro programma e principalmente sottoscriverlo, con annessi i tempi necessari per la sua realizzazione, punto per punto. Pena dimissioni con un margine di mesi da loro scelto.
18 marzo 2021: Serafino Angelini
25 marzo 2021: Antonio Spazzafumo
1 aprile 2021: Paolo Canducci
8 aprile 2021: Andrea Traini
Dal 15 aprile in poi tutti gli altri. Ogni giovedì con orario da concordare.
Faremo la stessa cosa per tutte le dieci località che sono indicate come facenti parte dell’ipotetica Città Grande che dovrebbe portare nel tempo ad un solo sindaco e quindi ad un solo Comune.
Grazie per l’attenzione
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Direttore, con Piunti la politica locale si è evoluta: ormai non serve nemmeno promettere! Basti vedere il programma di mandato per capire che non avrebbe fatto nulla! Ormai non serve nemmeno promettere per quanto sia assopita e distratta la cittadinanza, basta poi vedere già le dichiarazioni del gruppo 5 Stelle per capire che anche loro adotteranno il metodo Piunti, tanti “studieremo”, “ci informeremo”, “vedremo” ma nessuna azione promessa. Quindi cosa certifichiamo? Il problema sono i cittadini che devono prendere la consapevolezza che servono persone che portano soluzione ed hanno le capacità di implementarle, se si continua a votare in base… Leggi il resto »
Mi meraviglia la tua risposta. Eppure dovresti saper leggere. A parte che mi hai sottovalutato e mi sono offeso. Ritieni che i programmi saranno vaghi come del resto lo è anche il tuo commento. Che oltretutto sa molto di rassegnazione. Alla tua età bello non è. Ti spiego ancora così capisci: ho scritto di risposte chiare e concrete, di tempi di realizzazione, di non dare più spazio alle diatribe (spesso sciocche e studiate) tra le varie fazioni partitiche su qualsiasi problema, discordanze che servono solo per far veicolate i loro nomi e farli ricordare al momento del voto. Usando la… Leggi il resto »
Direttore non mi ha compreso, ormai i poltici hanno preso atto che il programma non è un elemento elettorale che possa spostare gli equilibri o quantomeno non tanto quanto azioni mirate su precise fasce dell’elettorato. Quindi spesso i programmi non esistono! Le faccio un esempio, se lei chiede ad esempio sul destino del Ballarin le risponderanno con “vedremo i progetti” oppure “sentiremo le associazioni” forse qualcuno più coraggioso potrebbe dire “faremo un concorso di idee” ma concretamente non c’è nulla di verificabile per un fact checking! La domanda più grande è perchè un politico dovrebbe lanciarsi in un azzardo del… Leggi il resto »
Lo chiederò io.
Cortesemente, ai candidati chiedete anche di far tornare a lavorare i dipendenti comunali (nel privato lavorano tutti senza problemi): già prima la burocrazia rallentava tutto ma da quando si riposano (anche) a casa le cose stanno degenerando. Stimare 1200 pratiche urbanistiche ferme e lasciate accumulare in un comune così piccolo può far sorridere solo i sindacati.