FERMO – Riportiamo e pubblichiamo una nota stampa diffusa e giunta in redazione il 25 febbraio dalla Questura di Fermo.

All’Ufficio Denunce della Questura vengono spesso presentate denunce per truffa.

Il reato previsto dall’articolo 640 del codice penale punisce “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno”, quindi, come nei casi di vendite di prodotti acquisitati su specifici siti web, sia il venditore che, potenzialmente, il compratore che si sottraggono ai doveri derivanti dall’accordo contrattuale, possono rispondere del reato di truffa; sotto questo aspetto solo due dei tanti casi recentemente affrontati e risolti dal personale dell’Ufficio Denunce della Questura di Fermo che rendono l’impegno dei poliziotti anche in queste situazioni.

La prima: denuncia presentata da un cittadino del capoluogo il quale aveva trovato su un sito web l’offerta di un telefono cellulare in vendita ad un prezzo “stracciato”.

Contattato il venditore, dopo una breve trattativa, è riuscito ad avere un ulteriore sconto sul prezzo ed ha effettuato il versamento della somma su una carta ricaricabile collegata ad un conto corrente. Ma l’oggetto desiderato non è mai arrivato a destinazione.

Dopo la denuncia presentata in Questura sono stati attivati gli accertamenti di polizia giudiziaria che hanno portato all’identificazione della titolare del conto corrente beneficiario del pagamento, una cinquantenne residente in provincia di Napoli ed il soggetto che aveva in uso l’utenza cellulare con la quale erano intercorsi i contatti con l’acquirente, un soggetto che, al termine delle indagini, è risultato essere un familiare della donna.

La donna campana è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria fermana per truffa ed il parente per complicità nel reato.

Dopo due giorni, l’altra faccia della medaglia.

In una Questura delle Marche si è presentata una donna che ha dichiarato di aver venduto dei capi di abbigliamento ad una persona residente nel fermano e di non aver ancora ricevuto, dopo alcune settimane, il pagamento del corrispettivo.

L’acquirente, che aveva visto l’offerta su un sito web, aveva pattuito la somma e, con la scusa di non fidarsi delle numerose truffe delle quali aveva letto le notizie, aveva concordato con la venditrice che avrebbe pagato il dovuto non appena fosse arrivata la merce.

Dopo alcuni giorni dalla data prevista della consegna senza aver ancora ottenuto il bonifico, la donna aveva contattato l’acquirente con la scusa di chiedere se fosse soddisfatta dell’acquisto e sollecitando il pagamento, ottenendo come risposta di non aver ancora ricevuto la merce.

Numerosi si erano susseguiti i solleciti, ma sempre con la stessa risposta e spesso l’acquirente non rispondeva al telefono.

Sentendosi presa in giro, la venditrice era stata costretta a presentare denuncia e la Questura di Fermo è stata incaricata, per competenza territoriale, degli accertamenti previsti.

I poliziotti dell’Ufficio Denunce, attraverso i contatti con lo spedizioniere, sono riusciti a tracciare il tragitto del pacco con la merce che è risultato essere stato effettivamente consegnato dopo due giorni dall’invio.

Convocata la destinataria e messa di fronte agli accertamenti eseguiti, la donna ha dovuto ammettere di aver ricevuto la merce e di non averla pagata per difficoltà finanziarie. È stata pertanto denunciata per truffa.