SAN BENENEDETTO DEL TRONTO – L’anticipazione è emozionante: pochi minuti in cui si intervallano le registrazioni in video realizzate all’epoca da Alfredo Giammarini, la voce dell’attore Sebastiano Somma, le illustrazioni di Carola Pignati, il tutto montato dai registi Rovero Impiglia e Giacomo Cagnetti.

Si tratta del documentario “Dirò del Rodi“, fortemente atteso dopo la pubblicazione del libro lo scorso mese di dicembre, quando – per la precisione il 23 dicembre – si sono ricordati i 50 anni dal naufragio del motopeschereccio oceanico sambenedettese che costà la vita a 10 giovani marinai e provocò una insurrezione popolare a causa del ritardo nel recupero dei corpi dei poveri marinai, intrappolati nel relitto capovolto che venne infine recuperato ad Ortona.

Domenica 28 febbraio, alle 21.15, il documentario sarà mostrato in anteprima il documentario su www.marcheinscena.it, prodotto dal Comune di San Benedetto e dalla Fondazione Libero Bizzarri in collaborazione con l’Amat. Un viaggio nella storia sambenedettese, con uno sguardo al passato ma anche al futuro, come quel “dirò”, intuito dall’assessore alla Cultura Alessandra Ruggieri, testimonia.

Durante la proiezione streaming, dopo una breve introduzione e dopo il documentario, ci sarà inoltre un adattamento de Il Vecchio e il Mare, celebre racconto di Ernest Hemingway, con voce narrante sempre di Sebastiano Somma, attore legato, come lui stesso ricorda, “a San Benedetto perché da 40 anni vengo qui per le mie vacanze e non solo”.

“Ci siamo tuffati in questo progetto con grande passione – afferma Cagnetti – con il supporto storico di Giuseppe Merlini e con il contributo di tanti, che ringraziamo. Il messaggio importante è l’unione tra le persone che c’era in quell’epoca, mentre oggi vediamo una società disgregata e individualista. Il nostro è un documentario che vorremmo fosse visto soprattutto dai ragazzi”.

“Siamo orgogliosi di questo lavoro, che è un percorso nella storia di San Benedetto ma anche nazionale. Abbiamo intervistato decine di persone tra marinai, armatori e anche Alfredo Giammarini, che siamo sicuri avrebbe apprezzato questo documentario che è stato possibile grazie all’enorme lavoro che svolse in quei giorni, quando aveva neanche trent’anni – aggiunge Impiglia – Abbiamo cercato di non rendere il dolore per quella tragedia spettacolare, puntando su una vicenda di orgoglio cittadino che condusse tutti i marinai italiani ad avere un contratto nazionale di lavoro”.

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Per i momenti tragici del naufragio, ovviamente, non disponendo di materiale video, Carolina Pignati, che già in passato ha realizzato lavori simili sulla storia della marineria sambenedettese, ha elaborato delle illustrazioni molto ben fatte e poetiche.

Da parte sua l’assessore alla Cultura Ruggieri evidenzia come “la città ha saputo risollevarsi e crescere nella tragedia del Rodi. Allo stesso tempo stiamo riuscendo a non chiudere la cultura nonostante una situazione che si protrae da un anno esatto. Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti per questo documentario, siamo riusciti a creare un gruppo coeso e che, dopo il libro e la mostra alla Palazzina Azzurra, ricorda quei fatti anche con questo documentario”.

In merito ai risvolti politici dell’insurrezione di quei giorni, Ruggieri afferma che “abbiamo pensato di pacificare quel passato, senza dare medaglie ma raccontando quel che era avvenuto”.

Sebastiano Somma, infine, spiega che “ho parlato con tante persone a San Benedetto, ognuno di loro è legato alla tragedia del Rodi: magari per un parente coinvolto, o un amico. Ho interpretato il racconto in maniera epica più che all’equilibrio razionale dell’attore”.