SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riportiamo e pubblichiamo un comunicato stampa, giunto in redazione il 18 febbraio, del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno.

Una maxi-indagine, quella del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, sviluppata a seguito di un’ispezione antiriciclaggio esperita con i poteri di “Polizia valutaria” e di “Polizia economica e finanziaria”. 

Nel “mirino” dell’operazione Garantisce lui sono finite numerose società finanziarie e i cosiddetti “Confidi minori” di una buona parte del territorio nazionale, con riguardo alle polizze fideiussorie da queste emesse, in potenziale violazione della legge, nei confronti di una vasta platea di contraenti individuati da una società di agenti, mediatori e procacciatori in prodotti finanziari avente sede in un comune limitrofo alla città di Ascoli Piceno.

Era il novembre del 2017 quando i Finanzieri ascolani concludevano la citata ispezione antiriciclaggio nei confronti della società picena, emersa nel contesto di un’analisi elaborata dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria di Roma (componente speciale del Corpo precipuamente posta a presidio dei mercati finanziari), strutturata secondo le tecniche di project management con riferimento agli obblighi della normativa bancaria e di quella dell’antiriciclaggio.

Una progettualità operativa affidata, nella sua esecuzione, al Comando Provinciale di Ascoli Piceno che, in considerazione dell’elevato tecnicismo richiesto dalle circostanze, aveva fatto ricorso alle risorse specializzate del locale Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria.

L’ispezione si concludeva con la contestazione, al rappresentante legale dell’impresa [un 66enne di Grottammare di violazioni alla normativa antiriciclaggio contemplanti una sanzione amministrativa pecuniaria da 10 mila a 200 mila euro.

Determinante, nella circostanza, l’acquisizione di una serie di documenti ritenuti interessanti per ulteriori approfondimenti tesi all’individuazione di condotte di rilevanza penale connesse ad un’“Abusiva attività finanziaria”, in relazione proprio all’emissione di polizze fideiussorie, per la quale il “Testo Unico delle Leggi Bancarie”, in assenza dei titoli di legge, prevede la reclusione da 6 mesi a 4 anni e la multa da 2.065 a 10.329 euro.

Partendo da tale documentazione, nel giro di pochi mesi, le Fiamme Gialle accertavano che le società finanziarie e i suddetti “Confidi minori” non avevano la titolarità all’emissione di titoli di garanzia, nel caso di specie, appunto, le polizze fideiussorie, a loro preclusa dalla legge. Pur consapevole di tale impossibilità, l’impresa picena segnalava comunque numerosi contraenti, che acquisivano polizze fideiussorie per importi garantiti, anche milionari.

Le indagini della Guardia di Finanza a tutela dei mercati finanziari consentiva di ricostruire l’intera rete nazionale dei collaboratori della società d’intermediazione picena, portando alla luce un collaudato meccanismo di segnalazioni, incassi e provvigioni, a fronte del rilascio di polizze fideiussorie per centinaia di milioni di euro che, invero, non potevano essere emesse.

Notevoli i numeri dell’inchiesta; i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ascoli Piceno hanno infatti deferito all’Autorità Giudiziaria 46 persone, responsabili, a diverso titolo, dell’“Abusiva attività finanziaria e, in parte, al ricorrere dei presupposti, anche per il correlato reato contemplato dalla “Legge antiusura”.

Decisamente consistente è stata l’entità degli incassi per il rilascio delle polizze e delle provvigioni riconosciute ai “segnalatori” della clientela, complessivamente quantificati dalle Fiamme Gialle ascolane in 1,5 milioni di euro, posti quale presupposto dei sequestri preventivi nelle province di Ascoli Piceno (beni e valori per 817.400 euro), Bari (100 mila euro), Cosenza (113 mila euro), Firenze (6 mila euro), Frosinone (280.500 euro), Latina (14.700 euro), Milano (80.500 euro), Napoli (19 mila euro), Perugia (1.200 euro), Pescara (11.700 euro) e Roma (52.200 euro).

Alla fine dei “conti”, sono ammontate a 217,5 milioni di euro le “garanzie” rilasciate in assenza delle titolarità previste dalla legge, quantificate dalla Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, in relazione alle quali sono state riconosciute e segnalate alle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Milano, Torino, Roma, Firenze, Spoleto, Chieti e Salerno le 102 condotte penalmente rilevanti.

Responsabilità che hanno coinvolto 46 persone (rappresentanti legali dei “Confidi” e delle società finanziarie, nonché gli esponenti della rete nazionale di collaboratori dei quali la società picena, riconoscendo per la loro attività di “scouting” una parte delle provvigioni incassate dalle società mandanti, si era avvalsa per ricevere le segnalazioni dei potenziali contraenti delle polizze), residenti nelle province di Ascoli Piceno, Bari, Brindisi, Catania, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Enna, Firenze, Frosinone, Latina, Milano, Modena, Napoli, Pavia, Perugia, Pescara, Reggio Emilia, Rimini, Roma, Teramo, Trento e Treviso.

Si chiude così oggi l’operazione “Garantisce lui”, un’indagine di polizia giudiziaria avviata sulla scorta degli approfondimenti di “trasversalità” esperiti a seguito di un’ispezione antiriciclaggio, che ha consentito alle Fiamme Gialle di Ascoli Piceno di ostacolare l’ingresso degli interessi criminali nell’economia legale, tutelando, nel contempo, la correttezza del peculiare mercato e il rispetto della concorrenza sleale.

Un contributo “chiave” non limitato alla mera e tempestiva attività di repressione delle condotte criminali, ma volto a garantire, nel medio e lungo periodo, l’integrità economica, secondo una strategia che si fonda sull’esecuzione di accertamenti funzionali a sottrarre “linfa” alle organizzazioni criminali.

Condotte fraudolente, quelle disvelate, che saranno ora approfondite dalle stesse Fiamme Gialle negli ambiti della fiscalità, valutando la possibile applicazione della speciale normativa della tassazione dei proventi illeciti, attraverso la quale si ricondurrà a tassazione, in capo alle 46 persone, l’eventuale materiale imponibile gravitante intorno alle numerose transazioni commerciali e finanziarie “sfuggito” all’Erario.