FERMO – Riportiamo e pubblichiamo un comunicato stampa, giunto in redazione il 16 febbraio, dalla Questura di Fermo. 

La notte del 12 gennaio scorso sul litorale del Comune di Porto Sant’Elpidio sono stati perpetrati cinque furti aggravati ai danni di esercizi commerciali sia per il servizio alla persona sia di somministrazione di alimenti e bevande.

In una sola notte i ladri hanno scardinato infissi e rotto vetrate per impossessarsi di alcuni oggetti di valore, un tablet ed un telefono cellulare, e di pochi spiccioli per un totale di circa 20 euro, lasciati all’interno dei locali, ma il danno maggiore è certamente derivato dalle effrazioni di porte e finestre delle attività commerciali, che in alcuni casi hanno anche resistito ai colpi inferti dai malfattori.

Una serie di furti e di gravi danneggiamenti in un tempo così limitato che ha turbato la sicurezza dei gestori delle attività della costa.

Malgrado i pochissimi elementi a disposizione per le indagini per risalire ai responsabili dei furti, anche questa volta la Squadra Mobile non si è persa d’animo, ricercando prove, acquisendo i filmati della videosorveglianza cittadina e dei privati, analizzando con i tecnici della Polizia Scientifica ogni superficie che poteva essere stata toccata dai delinquenti e che avrebbe potuto rilevare le tracce del loro passaggio.

Per quanto riguarda le immagini, sono risultate utili solo quelle riprese dai sistemi di sorveglianza interni ai locali, che però hanno reso solo figure confuse, non decifrabili anche a causa del travisamento del soggetto che riusciva a penetrare nelle attività.

Nessun elemento dalle telecamere cittadine che non riuscivano a riprendere l’autore dei reati predatori.

Ma già il giorno dopo è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria un quarantenne fermano, senza fissa dimora, che era stato visto e riconosciuto da un cittadino mentre si allontanava da un esercizio appena depredato e che, con tutta probabilità, fungeva da palo per il ladro.

Il principale impulso alle indagini è stato fornito, anche questa volta, dalla Polizia Scientifica che ha minuziosamente ricercato ogni piccolo frammento di impronta rinvenuto sulle superfici delle attività, raccogliendo in tre dei cinque “obiettivi” tracce parziali che ha ricostruito come fossero tessere di un puzzle, escludendo, una alla volta, quelle del personale delle attività commerciali e dei clienti.

Gli elementi raccolti, analizzati con attenzione certosina dai tecnici delle investigazioni ha, pochi giorni fa, consentito di dare un nome all’autore dei furti e dei danneggiamenti, un quarantenne tunisino, senza fissa dimora, già noto alla Polizia di Stato per essere il complice del famigerato “ripescato” da tempo recluso presso un carcere marchigiano.

L’uomo, in assenza del correo detenuto, è diventato, da palo e accompagnatore del ladro, l’autore certo di tre dei cinque furti commessi in serie ed in poche ore su un percorso che segue la strada statale e che porta a presumere che lo sia anche degli altri due.

Lo straniero è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria.