TERAMO – Di seguito note dell’Ansa Abruzzo diffuse tra il 2 e 3 febbraio.

“Adottavano la consapevole decisione di omettere totalmente gli interventi di manutenzione ordinaria”, e più oltre “In tal modo rendevano Strada dei Parchi s.p.a. inadempiente rispetto agli obblighi stabiliti”, dal contratto di concessione.

Lo si legge nelle 12 pagine nelle quali il capo della Procura dell’Aquila Michele Renzo ha chiesto nello scorso aprile il rinvio a giudizio del patron di Strada Parchi Carlo Toto e altri 3 alti dirigenti della società. La Procura aquilana sostiene che tutto questo è avvenuto “da epoca anteriore o almeno coeva al 2009 e con condotta omissiva perdurante fino ad oggi”, e che i 4 indagati “commettevano frode nell’adempimento degli obblighi contrattuali posti a carico del concessionario della gestione delle autostrade A24 e A25”, e che i rapporti prodotti sulle strutture di controllo “tendevano a minimizzare la reale condizione di grave deterioramento delle opere, negando immotivatamente la necessità di interventi manutentivi”.

I lavori poi realizzati sui viadotti “venivano solo formalmente ricondotti alla messa in sicurezza sismica o all’adeguamento sismico, ma in realtà consistevano nel semplice compimento di alcune operazioni di manutenzione ordinaria tese al ripristino di alcune parti delle opere”. Renzo chiarisce poi che in “riferimento a tutti i viadotti del territorio del circondario aquilano”, i progetti presentati da Strada dei Parchi come interventi di adeguamento e messa in sicurezza urgente, “così invocando le esigenze di adeguamento sismico descritte in quella norma, in realtà, venivano poi realizzati semplici interventi di prevenzione del fenomeno della scalinatura degli impalcati, finanziati con denaro pubblico presentandoli poi, anche nei consuntivi a lavori eseguiti come opere di messa in sicurezza antisismica, mentre nella realtà consistevano nell’installazione di apparecchi di appoggio aggiuntivi, correttivi o sostitutivi del danno derivato dall’omessa manutenzione ordinaria, che non modificano il comportamento statico e sismico delle strutture e che comunque rientrano nel concetto di ordinaria manutenzione stabilito nell’allegato F agli atti di concessione. Con le aggravanti -specifica Renzo – della fornitura concernente opere destinate alle comunicazioni via terra e del danno patrimoniale grave inferto al Ministero delle Infrastrutture proprietario dell’opera in concessione“.

Le indagini del filone aquilano, ce ne sono di altri a Pescara, Sulmona e Teramo, riguardano anche la corretta manutenzione dei tratti. L’udienza è stata rinviata in seguito alla richiesta di incidente probatorio presentata dai legali di Sdp che chiedono al Gup nuove prove di carico per stabilire la sicurezza delle infrastrutture.

“Abbiamo preannunciato al giudice la nostra richiesta di incidente probatorio – ha spiegato l’avvocato Gian Domenico Caiazza, legale rappresentante di Sdp al termine dell’udienza di stamani – una richiesta che svolga una perizia utile a confermare quello che noi sappiamo e che affermiamo serenamente da sempre: non solo non c’è carenza di manutenzione, ma non c’è il benché minimo rischio per la circolazione stradale sulla A24 e A25″.

Caiazza ha spiegato anche che “siamo forti di una perizia d’ufficio del Tar Lazio che già conclude in questo senso e siamo forti di una nostra consulenza che, a differenza di quella del Pubblico Ministero, ha fatto le prove di carico. Siamo sereni al tal punto da essere noi a chiedere al giudice, anticipatamente, di effettuare l’accertamento tecnico con i suoi periti”.

In riferimento al fatto che siano tre le Procure abruzzesi ad indagare, l’avvocato Caiazza ha chiarito che “indagano tutti sulla base di un’unica denuncia. Già il Tribunale del Riesame di Teramo ha annullato un provvedimento di grande significato, ovvero i sequestri dei conti correnti. Ovunque sosterremo quello che stiamo sostenendo qui: si tratta di valutazioni tecniche? Facciamole subito. Facciamole bene. Facciamole con le prove di carico. Si vedrà che noi come Strada dei Parchi e i cittadini potranno essere sereni sullo stato di manutenzione e sicurezza sulle autostrade A24 e A25″. L’inchiesta che coinvolge tre Procure abruzzesi è partita alcuni anni fa sulla base di esposti delle associazioni ambientaliste, in particolare il Forum H2O.

E’ stata rinviata al 26 febbraio l’udienza davanti al Gip del tribunale dell’Aquila chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio chiesto dalla Procura della Repubblica dell’Aquila per l’imprenditore Carlo Toto, patron dell’omonimo gruppo che controlla Strada dei Parchi, concessionaria delle autostrade laziali e abruzzesi A24 e A25.

Il giudice si è riservato di decidere la costituzione di parte civile dell’associazione italiana familiari e vittime della strada, mentre non si è presentato il Ministero dei trasporti: per l’Anas, che ha fatto richiesta, il giudice si è riservato con ordinanza.

“Lo Stato deve impegnare risorse e mezzi per stare dietro alle inequivocabili criticità connesse alla gestione dell’A24 e A25 ma il Ministero delle Infrastrutture non si costituisce nel procedimento che la Procura di L’Aquila ha avviato contro i vertici di Strada dei Parchi per ottenere giustizia. Abbiamo una sola parola per commentare: vergogna” così il Forum H2O sulla decisione del Mit di non costituirsi per ora nel procedimento in corso al Tribunale di L’Aquila.

“I dirigenti del Ministero, in particolare Migliorino, hanno puntualmente rilevato gravissime inadempienze del concessionario. Le immagini dello stato in cui è ridotta l’autostrada hanno fatto il giro del mondo ma il ministro uscente De Micheli evidentemente sta pensando ad altro invece di difendere in ogni sede i diritti dei cittadini. Tra l’altro la Procura di L’Aquila contesta fatti gravissimi, segnalando problematiche enormi sui viadotti, che sarebbero stati addirittura a rischio crollo. Evidentemente fare chiarezza e giustizia non interessa a questa politica. Noi da volontari abbiamo fatto quei sopralluoghi che gli enti non avevano fatto segnalando la situazione in esposti e comunicati che hanno fatto partire le indagini in diverse procure. Ora continuiamo a dare il nostro contributo collaborando con altri volontari, l’associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, che oggi ha chiesto la costituzione di parte civile. Incredibile che il Ministero, invece, faccia finta di niente”, conclude il Forum H2O.