SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Lo studio pubblicato su una prestigiosa rivista internazionale “Ocean & Coastal Management” da un team di ricercatori di Enea, Ispra, Cnr e Università di Camerino evidenzia come, negli ultimi 20 anni, l’erosione marina ha ‘cancellato’ circa nove ettari di superficie della Riserva della Sentina. (Clicca qui per l’articolo).

Nello specifico: fra il 1985 e il 2012 la superficie coperta da dune si è ridotta di oltre l’80%, pari ad una perdita di 40 mila metri quadrati di habitat naturale.

Il fenomeno dell’erosione costiera non è purtroppo una novità per le coste adriatiche, ma nel caso della Sentina ad essa si aggiunge l’evidenza che il fiume Tronto – che scorre nell’area e segna il confine tra Marche e Abruzzo – non è più in grado di trasportare i quantitativi di sabbia necessari a mantenere in equilibrio il litorale marchigiano, a causa del depauperamento del proprio letto provocato anche delle attività estrattive, con danni all’ecosistema ed arretramento dell’ambiente balneare.

Partendo dalle evidenze dello studio, le autorità locali hanno iniziato a mettere in campo azioni per mitigare gli effetti dell’erosione nei tratti della costa maggiormente esposti al fenomeno, attraverso il cosiddetto “ripascimento morbido”, ovvero dragando i sedimenti dal vicino porto di San Benedetto del Tronto, che è soggetto a periodici processi di insabbiamento.

In assenza di interventi di mitigazione e adattamento, entro il 2100 oltre 5.600 km quadrati – una superficie pari a una regione come la Liguria – e più di 385 km di aree costiere italiane, rischiano di essere sommerse dal mare a causa del fenomeno dell’innalzamento del mar Mediterraneo provocato dal riscaldamento globale.

Hanno collaborato allo studio: Alessio Acciarri, Carlo Bisci, Gino Cantalamessa e GiorgionrNR e Matteo Conti di Ispra.