
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Meglio che i fidanzati litighino prima di sposarsi, così saranno consapevoli se vale la pena o meno di sposarsi. Figurarsi se non vale per chi fidanzato ancora non è, al massimo si è scambiato il numero di telefono.
Dopo l’incursione di Serafino Angelini (clicca qui), candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle, nei confronti di Paolo Canducci (clicca qui), ex assessore della giunta Gaspari e indicato come possibile candidato sindaco, e la conseguente risposta, il Partito Democratico cerca di ricomporre la frattura ponendo però dei punti da non oltrepassare.
E lo fa col segretario Claudio Benigni, fresco di nomina anch’egli come possibile candidato della coalizione in via di definizione.
“Negli ultimi mesi il Partito Democratico di San Benedetto si è assunto la responsabilità di costruire un terreno comune per offrire alla città un’alternativa alle destre, protagoniste di un mandato inconcludente e dannoso. Per farlo ha messo insieme, per la prima volta dopo anni, un gruppo di partiti e liste civiche che condividevano l’obiettivo di dare alla città una coalizione “democratica e solidale”, giungendo alla sottoscrizione di un primo Patto valoriale” scrive Benigni.
“Ci stiamo spendendo per l’ulteriore allargamento di questo gruppo, raccogliendo gli spiragli di apertura forniti dal Movimento 5 Stelle sambenedettese e proponendo un percorso comune. Sappiamo che non è facile unire persone e forze che provengono da storie politiche diverse, così come non è facile né scontato che si riesca a trovare una sintesi – continua – Allo stesso modo siamo consapevoli del fatto che non è possibile chiedere ai partecipanti del tavolo, a prescindere dalla propria provenienza, di rinnegare il passato”.
“Tuttavia le parole attribuite al candidato in pectore del Movimento 5 Stelle, non vanno nella direzione auspicata. Non è infatti sostenibile che il punto di partenza siano degli attacchi personali, né che tantomeno il terreno di scontro possano essere scelte del passato che, peraltro, il Pd rivendica con forza, come gli straordinari investimenti ambientali sostenuti nel decennio dell’amministrazione di cui ho fatto parte, non solo sulla Sentina ma su tutta la città” è la risposta nel merito di Benigni.
“Come non ricordare il piano di gestione della riserva Sentina con il ripristino delle aree umide ed il restauro della Torre del Porto, le bandiere blu, il regolamento del verde, la bonifica dei siti inquinati o la raccolta differenziata. Se il Movimento 5 Stelle è interessato a confrontarsi sul “futuro” della città il Partito Democratico resta disponibile all’incontro sul tavolo di coalizione. Per questa ragione invita tutti ad abbassare i toni ed a un maggior senso di responsabilità rispettando i percorsi e le storie di ciascuno al fine di mettere al centro del dibattito politico, la visione della città. Confrontiamoci con rispetto senza additare nessuno” conclude Benigni.
Lascia un commento
Mi chiedo cosa abbia fatto il Movimento 5 stelle per “agevolare” il Parco Marino del Piceno che, se ci fosse stata volontà da parte di chi attualmente governa questo Paese, avrebbe potuto compiere l’ultimo importante passo necessario alla sua costituzione. Mi piacerebbe sapere su quale scrivania è rimasto il faldone, ormai impolverato, di questa opera etica di cui anche la Sentina, ode il magico richiamo.
Fate i bravi altrimenti chiamiamo
Draghi! Oramai c’è tutto ed il contrario di tutto, senza alcuna vergogna… mah! Altro che prima Repubblica.
Lei preferirebbe chiamare Salvini, magari. Per il Pd rinnegare il passato è il minimo che può fare. Se non lo fa evidente lo apprezza. La mia speranza oggi è quella di tommaso38 “speriamo che non sia un altro governo Monti”.
Salvini cosa c’entra, battuta non riuscita oserei dire! A differenza di Casalino e Conte, e tutta la cricca che non perdo tempo nel nominare, visto che tra breve finiranno dove meritano, dopo aver fatto una figura di MELMA (quello che secondo lei è un buon governo, mah!) nel dimenticatoio di questo disgraziato paese, è uno che ha già dimostrato il suo valore. Le ricordo, perché magari ha la memoria corta, che Draghi è quel signore che da presidente della BCE ha stoppato le velleità della Merkel, e tutti i falchi europei, con il famoso: Whatever it takes! In sostanza a… Leggi il resto »
Draghi sta bene anche a me.
E allora Viva Dio, come si dice in Veneto! Ora riforme serie.
Con Draghi se glielo permettono. Perchè ha aspettato così tanto a dire che i tecnici con Draghi in testa sono le soluzioni che preferisce.