SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Se son rose queste, non fioriranno. Serafino Angelini, candidato sindaco per la lista del Movimento Cinque Stelle, critica duramente Paolo Canducci, ex assessore all’Ambiente nei dieci anni di mandato del sindaco Giovanni Gaspari, in merito all’erosione che sta avvenendo ormai da anni alla Riserva Naturale Sentina.

Presa di posizione che rende difficile o più arduo il tentativo di partecipare alla stesura del programma di centrosinistra, come da noi anticipato poche ore fa dal segretario comunale del Pd Claudio Benigni (clicca qui), considerando che Canducci è uno dei candidati a sindaco della coalizione, per la lista RisorgiMarche.

Canducci che non viene mai nominato nella nota stampa di Angelini, ma viene indicato come “bi-ex-assessore mai entrato in consiglio comunale attraverso il voto e non la nomina, riprenda in maniera pelosa un articolo scientifico sulla nostra Riserva Naturale della Sentina per pontificare su un argomento che, se non fossimo in piena campagna elettorale, sarebbe lontano dai suoi interessi quanto il lato oscuro della luna”.

“A scorrere la stampa locale non si finisce mai di stupirsi: è incredibile quanto spazio trovino le considerazioni di politici locali di lungo corso, senza che ci sia mai qualcuno a chiedere conto delle loro affermazioni, nemmeno quando vanno palesemente in contrasto con quanto questi soggetti hanno compiuto durante il loro percorso politico, quasi oggi fossero stati fulminati sulla via di Damasco e che il lettore debba credere alle più improbabili conversioni” scrive Angelini.

Fra le ragioni che hanno portato il Movimento 5 Stelle San Benedetto del Tronto a inserire nella prima stesura del programma la volontà di collaborare con aziende private e enti di ricerca per progetti utili alla città, c’è la necessità di rivolgersi finalmente in maniera corretta alla competenza che può essere assicurata dal mondo della ricerca scientifica. Abbiamo anche la fortuna di avere a portata di mano alcuni dei più valenti scienziati proprio in ambiti di nostro estremo interesse, come ad esempio la dinamica dei litorali e la conseguente situazione della Riserva naturale regionale della Sentina” continua.

Della situazione della Sentina, continua il geologo, “se ne era accorta persino la precedente amministrazione regionale, quando per il proprio Piano di Gestione delle Aree Costiere, aveva interpellato le Università di Camerino, Urbino e il Cnr di Ancona, riconoscendo le loro competenze purtroppo però ignorando completamente le grida di allarme circa la richiesta di nuovi dati e di attento monitoraggio prima di procedere alla progettazione di nuove opere; grida che peraltro traspaiono ad ogni pagina dei report prodotti dagli scienziati e che la Regione ha bellamente ignorato visto che l’unico intento era di poter spacciare la collaborazione sui mezzi di stampa”.

“Ad oggi, l’ultima resistenza all’arretramento della linea di costa di (centinaia di metri in pochi decenni), rappresentato dai resti di una duna fossile, rischia di essere abbattuta anche a causa dei lavori di consolidamento mai partiti per l’inerzia delle ultime amministrazioni, nonostante fossero stati stanziati i fondi necessari, e nonostante l’ex consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Giorgini avesse fatto di tutto negli uffici comunali per sollecitare i lavori urgenti, come detto già finanziati e messi a disposizione dalla Regione” scrive.

E dunque una serie di considerazioni sul “bi-mandato” di Canducci.

Ci si chiede allora dove fosse quando, proprio durante il suo bi-mandato, sono state accumulate tonnellate su tonnellate di rifiuti provenienti dal porto di Senigallia e stoccate in una vera e propria discarica del mare contigua al molo nord, definita “cassa di colmata” che ora, a distanza di pochi anni, sta rilasciando lentamente il suo contenuto nelle acque circostanti. Ricordando un eloquente: “la cassa di colmata è motivo di soddisfazione” pronunciato dalla sua giunta, come potesse farsi vanto di una discarica nel proprio mare”.

“O ancora dove fosse quando sono state posizionate in maniera scriteriata le ultime barriere soffolte verso nord, decretando in pochi anni la morte della spiaggia (libera) più bella di San Benedetto del Tronto a causa del concentrarsi della corrente marina, spiaggia che è stata terminata a forza di palate meccaniche e sostituita da un discutibile estuario limitato lateralmente da un pennello inaccessibile”.

“O per esempio se si sia mai chiesto durante il decennio (10 anni!) di gestione amministrativa della città se un luogo prezioso come la Riserva naturale regionale della Sentina andasse difeso per prima cosa con il suo lavoro, visto che l’impermeabilizzazione del suolo durante la sua gestione ha raggiunto livelli di guardia, o ancora se gli sia mai venuto in mente di aprire una discussione con la Regione Abruzzo visto che i sedimenti naturalmente circolanti destinati alla Riserva, si accumulano continuamente dentro il porticciolo di Martinsicuro, rendendolo periodicamente inagibile”.

E per finire: “Visto che sembra improvvisamente tenere tanto al nostro mare, se sia a conoscenza che i metodi obsoleti utilizzati dalla regione per ripascimenti e dragaggi, stiano minando la qualità delle nostre acque (e gettando via fiumi di denaro), anche a causa del frequente utilizzo di materiale mineralogicamente e granulometricamente incompatibile con quello delle nostre spiagge e che pertanto, sull’argomento, vada aperta una discussione con tutti i portatori di interesse, pubblici e privati sostenuti da dati scientifici e non da chiacchiere”.

Termina Angelini: “L’uso vergognoso che la vecchia politica fa del mondo della ricerca scientifica, talvolta ingenuo e in totale buona fede, è uno dei mali del nostro tempo: poi ci si chiede perché sia relegata a un ruolo così marginale quando invece dovrebbe essere il primo interlocutore nella gestione di un territorio”.