ANCONA – Se era possibile, la patina di dubbi attorno alla vicenda dello screening e alla App “Smart4You” si infittisce dopo la “non risposta” dell’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, all’interrogazione presentata dal consigliere regionale del M5S Marta Ruggeri, fanese (in una vicenda però che coinvolge direttamente sia l’Area Vasta 5 che un’azienda, la Nbs Srl, di San Benedetto, ma evidentemente i quattro rappresentanti piceni non hanno interesse a far conoscere i dettagli di quanto accaduto).

Una risposta fredda e sintetica, quella di Saltamartini, che non affronta i temi posti e soprattutto svicola rispetto al problema.

Quattro le domande della Ruggeri, che si è dichiarata però fortemente delusa dalle risposte.

“In merito a quanto emerso a mezzo stampa (qui l’articolo originario de Il Manifesto del 6 gennaio, ndr), il 7 gennaio l’Asur Marche ha presentato una denuncia per accessi che potrebbero aver violato la privacy. Al momento non è possibile accedere ai dati né dell’Area Vasta 5 né dello screening che si sta eseguendo” ha detto Saltamartini.

Riguardo la seconda domanda, “se e con quali tempistiche sono state ripristinate le condizioni di sicurezza e privacy del sistema”, Saltamartini ha aggiunto che “si è provveduto ad adottare nuove misure di sicurezza e il livello di sicurezza raggiunto è adeguato al rischio legato alla tipologia”. Nella replica, Marta Ruggeri ha notato: “Mi aspettavo che mi diceste se avevate visionato o meno la situazione, e che tipo di misure sono state prese. Da quel che è emerso da notizie stampa, la pezza sarebbe che i test sono raggiungibili soltanto nelle 24 ore successive alla realizzazione del tampone. Ma sono felice che la questione sia arrivata in Parlamento grazie all’interesse del M5S”.

In merito alla comunicazione al Garante per la Privacy, Saltamartini ha confermato che insieme alla denuncia all’autorità giudiziaria l’Asur ha avvertito anche il Garante. Tuttavia la Ruggeri ha ribadito “che non si tratta di un’azione da hacker: era sufficiente digitare un solo numero diverso da quello assegnato al codice Qr al momento dello streaming per accedere al profilo di un altro utente, e anche se un cittadino avesse sbagliato nella digitazione poteva vedere i dati altrui. Inoltre, durante alcune conferenze stampa, si è detto che in quel profilo della App sarebbero stati inseriti tutti i dati sanitari del cittadino“.

Saltamartini, come in precedenza alle nostre domande la dirigente Area Vasta 5 Maria Teresa Nespeca, ha inoltre affermato che l’accertamento dell’autorità giudiziaria verterà sul fatto che qualcuno abbia effettuato accesso sui profili altrui, non capendo – o fingendo di non capire – che le autorità sanitarie sono tenute a predisporre strumenti di massima sicurezza, e di questo rispondono, non di comportamenti scorretti di cittadini che sono invece un fatto penale che non ha relazioni con l’eventuale inefficienza degli strumenti predisposti.

Saltamartini non ha detto se l’App Smart4You fosse sicura o meno.

“Sono state fatte conferenze stampa mostrando dei video sul funzionamento della App poi cancellati il 6 gennaio, dopo la pubblicazione dell’articolo, per non far sapere cosa si fosse detto. Credo che non si sia capito la gravità della situazione visto che l’azienda di San Benedetto ha in essere altri contratti, a partire dall’ultima determina in cui si faceva riferimento a questa App, per un importo complessivo di 256 mila euro” ha concluso Marta Ruggeri.