SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Conferenza stampa infrasettimanale della in compagnia di Federico Angiulli, autore del primo gol domenica scorsa nel match perso contro il Matelica.

Sabato pomeriggio c’è il Cesena, match importante e molto sentito. “Mia mamma è di Cesena, ho parenti ed amici in Romagna. Per me è un derby. Ho passato molti anni a Cesena, ho visto anche delle partite allo stadio. Ora lo affronto da rivale, sapendo che c’è una bella rivalità con la Samb. Speriamo in un bel risultato, ma purtroppo non avremo i tifosi al seguito che l’anno scorso ci diedero una grossa mano”.

Quest’anno ti stai esprimendo sempre meglio, l’anno scorso invece dopo un buon inizio hai concluso in calando.

“Non sono d’accordo, il mio rendimento non è sceso nella stagione passata dopo i primi 3 mesi. Penso di essere stato abbastanza costante, con anche belle prestazioni tipo Trieste. Tante partite le abbiamo perse di misura, il giudizio a volte è condizionato dai risultati.”

In mezzo al campo come ti trovi con D’Angelo? Lo vedi come mediano?

“Con lui avevo già giocato ad Avellino, io ero molto giovane, lui penso avesse 27 anni. Ci siamo ritrovati qui ed ho trovato il giocatore di sempre, con qualche anno in più ma con lo stesso fiuto del gol. E’ una mezz’ala che si inserisce, sa difendere, ha ottima tecnica. Se lo avviciniamo alla porta guadagniamo in pericolosità, ma in realtà sa fare tutto. Quindi anche il mediano”.

Quest’anno sembra che tu stia cercando più la via del gol.

“Nella mia carriera credo di aver segnato una trentina di gol e quasi tutti con tiri da fuori. E’ sempre stato uno dei miei punti di forza. L’anno scorso giocavo in posizione un po’ diversa, l’atteggiamento era più spregiudicato con tre punte e gli interni che si inserivano sempre. Io stavo un po’ più basso e mi dedicavo più alla fase di copertura, avevo meno chances di tirare. Quest’anno gioco diversamente, posso concludere di più in porta e se mi capita non mi faccio pregare, è un fondamentale in cui penso di essere discretamente capace”.

Spesso Botta si abbassa, venendo a costituire quasi una seconda fonte di gioco. Può creare confusione o avere due alternative può essere vantaggio?

Uno come Botta non è mai un problema, anzi. Quale che sia la posizione in cui viene a giocare. Agli occhi di chi guarda da fuori può sembrare intralci la manovra, ma in realtà è un punto di riferimento per noi. Ha personalità ed in qualunque momento è in grado di creare qualcosa di importante“.

Tornando al match di domenica, ci si aspettava il definitivo salto di qualità dopo le due vittorie in trasferta. Cos’è accaduto? Come cercherete di rimediare?

“Eravamo partiti benissimo, purtroppo l’espulsione ha cambiato la partita. Nel secondo tempo forse abbiamo sbagliato atteggiamento, dedicandoci esclusivamente alla fase difensiva senza provare a contrattaccare. Pensavamo di riuscire a resistere, ma in realtà mancava troppo tempo. Dovevamo essere più coraggiosi nonostante l’inferiorità numerica. Ora affrontiamo fuoricasa la squadra più in forma del campionato, ma le partite importanti ci gasano come abbiamo dimostrato nelle trasferte precedenti.”

Giocare senza pubblico com’è? Aiuta o no voi giocatori?

“E’ una questione anche molto soggettiva. Personalmente fa la differenza in negativo. Mancano quelle emozioni che durante la partita possono trascinarti e spingerti a dare ancora di più. Io ho giocato sempre in piazze cosiddette “calde” e posso dire che il pubblico ha fatto sempre la differenza in senso positivo. Anche lo scorso anno, nonostante non abbiamo fatto un campionato di vertice, le squadre avversarie quando venivano al Riviera capivano immediatamente dove erano finite ed affrontavano la Samb con grande rispetto. Non che quest’anno non avvenga, ma la mancanza del pubblico fa sì che abbiano meno “timore”. Così come gli arbitri sono meno condizionati nelle situazioni dubbie. Per quanto mi riguarda i tifosi sono una parte fondamentale di questo sport ed in particolare quelli della Samb. Questa società ha sempre ottenuto grandi risultati anche grazie alla propria tifoseria. Qui c’è un legame speciale tra squadra e città”.

Il tuo rendimento più efficace di quest’anno è forse dovuto alla tranquillità che ti restituisce la tua nuova situazione contrattuale con la Sambenedettese?

“Sicuramente il biennale che ho firmato mi ha caricato di responsabilità. Avevo fatto capire più volte di voler rimanere a San Benedetto ed essere uno dei pochi reduci della scorsa stagione mi spinge a dare qualcosa in più. Ed il tenerci così tanto, personalmente, è un qualcosa che a livello inconscio fa si che nei momenti difficili io smetta i panni del calciatore professionista per trasformarmi in giocatore-tifoso, legato alla piazza, che non scende in campo da solo e cerca di far qualcosa di buono per la maglia. In più quest’estate finalmente ho risolto un problemino fisico che mi trascinavo da anni, sono pronto per una stagione esaltante”.