LE AVVENTURE DI PASQUALE LA QUAGLIA A LONDRA

di Brevevita Letters – disegni di Ilario M.

Qui gli episodi precedenti

Una serie a puntate, di Brevevita Letters. Qui gli ultimi episodi

 

IL MONDO DELLA NOTTE

(episodio cinque)

 

Seduto su quel muretto, La Quaglia partì con alcune riflessioni di quelle toste. Accadde involontariamente. Accadde mentre decine e decine di persone scorrevano perpendicolari a lui, intersecando la sua figura per un istante e poi mai più, disperdendo il loro odore e la loro storia tra l’impercettibile e affascinante matematica delle traiettorie.

Accadde mentre tutto era incerto. D’altronde, il romanticismo e l’incertezza erano le solide fondamenta di qualsiasi cosa che il ragazzo avesse costruito fino ad allora, dunque, l’abbandonarsi a riflessioni apparentemente tossiche non era per lui fatto inconsueto. 

Si profilava l’ennesima trattazione del dolore quello invisibile, quello che faceva svegliare La Quaglia alla mattina sempre diverso, e sempre senza la Terra sotto i piedi, col terrore di spersonalizzarsi al primo aprire degli occhi. Ebbene cos’era che impediva a La Quaglia di raggiungere ogni giorno la serenità, che cosa gli impediva di trastullarsi placido nel “vivere alla giornata”? Quale sinistro pensiero lo attaccava, allontanandolo dalla pace?

E più precisamente, volendo soffermarci sulle cose squisitamente concrete, perché s’era trasferito, perché esattamente, perché se n’era andato via dall’Italia? Cosa lo aveva spinto così lontano da casa sua? A parte Salvini, a parte la profonda infelicità delle persone, a parte le passioni dilaniate a poco a poco da problemi, problemi, problemi, a parte il centralino della bcc sempre occupato, a parte la fine del cinema calabresi, a parte la fine del cinema delle palme, a parte quelli che dicono “se non ti occupi di attualità allora ti meriti Salvini”, a parte tutto questo c’era un’altra verità: La Quaglia non la voleva l’attualità, voleva inseguire una cosa più grande, voleva capire se stesso. 

E comunque sulla decisione di trasferirsi c’entrava una donna, c’era stata senz’altro una molla potente, e questa molla aveva un nome: si chiamava Tatiana. Tatiana era fantastica, Tatiana era la donna ideale, Tatiana era una serpe, e aveva sempre fatto vivere La Quaglia in carenza d’ossigeno.

L’amore è come quando alla sera spegni la candela accanto al tuo pc, prima di andare a dormire. Quel soffio forte che si scaglia inevitabile sopra alla fiamma. A forza di soffiare tutto si spegne, e dopo che si spegne è finita.

Finita per sempre.

Non è colpa di nessuno

E’ la natura delle cose.

Da quando il suo cellulare aveva smesso di squillare, La Quaglia s’era perso, aveva acquisito libertà, e con la libertà erano arrivati corridoi oscuri e vuoti, e ville con piscina dalla grande tristezza, s’era sentito precipitare giù, gli era crollato il pavimento del suo precario appartamento sito in centobuchi ap, proprio come quando aveva perso tutti i punti di riferimento dopo la sconfitta dell’Italia ai mondiali del 2002.

Nuove donne senza senso, nel frattempo, permeavano la sua esistenza.

Gli servivano nuovi stimoli, se no era morto.

Eccola qua la ragione profonda.

E va bene, si disse La Quaglia, guardiamo in faccia ‘sti mostri, non mi fa paura un cazzo. La vita è più forte di tutto e venendo quassù gli ho dato una bella botta. Figurati se mo mi caco addosso di ‘ste idiozie psicosomatiche.

La Quaglia pensava, vedeva scorrere le persone perpendicolari a lui, guardava il cellulare, da quel cazzo di telefono aveva sradicato tutto, era ora di alzarsi.

“quali sono le tue aspirazioni” sentì domandare La Quaglia dal profondo della sua coscienza.

“non ne ho una in particolare”, rispose ad alta voce il ragazzo, proprio mentre un rasta giamaicano sulla settantina, intersecandolo in perpendicolare, lo degnò sorprendentemente di uno sguardo.

“Voglio solo aprire un altro capitolo. Voglio vedere che succede

Adesso la cosa più urgente era trovare una casa, e cominciare a farsi gli affari suoi. La vita cominciava adesso. Gli sembrava di avere nelle narici il fumo di quella candela spenta ogni sera prima di andare a dormire. Il mondo della notte era quello che lui preferiva, perché lì si sognava di brutto.

 

Brevevita Letters