TERAMO – Non ci sarà più il collegio elettorale della provincia di Teramo. Questa potrebbe essere una delle conseguenze della modifica della Costituzione che ha ottenuto l’approvazione con il referendum dello scorso mese di settembre, con la quale si sono ridotti i parlamentari (400 deputati e 200 senatori).

“Il Circolo di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea esprime la propria totale contrarietà nei confronti dello schema di decreto legislativo a cui ha dato il via libera il Consiglio dei Ministri nei giorni scorsi, con il quale viene cancellato il collegio elettorale di Teramo per l’elezione della Camera dei Deputati”.

“Con questo atto il collegio uninominale di Teramo verrebbe spazzato via, accorpando elettoralmente una parte della nostra provincia a Pescara e una parte, compreso il capoluogo, all’Aquila. Nello specifico l’intera fascia costiera della provincia, alcune zone della Val Vibrata e della Val Vomano e l’intera Val Fino sarebbero accorpate a Pescara, mentre la città di Teramo e i territori dell’entroterra e delle aree montane finirebbero con l’Aquila” si legge nella nota del segretario provinciale Mirko De Berardinis.

“Grazie a questa vergognosa contro-riforma messa in campo dal Governo Conte a seguito del recente referendum sul taglio dei parlamentari è evidente che per la Provincia di Teramo sarà praticamente impossibile eleggere un rappresentante e avere quindi un proprio riferimento politico in Parlamento, relegando al nostro territorio un ruolo insignificante e marginale. E’ evidente a tutti infatti che il peso demografico del Teramano sarà di minoranza negli altri collegi, rappresentando il 36% in quello di Pescara e il 30% in quello dell’Aquila. Di fatto sarà tagliata l’intera rappresentanza politica della nostra Provincia in Parlamento”.

“Questa scellerata operazione è il frutto del pessimo referendum costituzionale dello scorso settembre, voluto dai grillini, che ha visto la grande maggioranza degli italiani e dei teramani votare Sì a favore del taglio dei parlamentari. Ricordiamo che a favore del Sì al taglio della rappresentanza parlamentare si sono schierate quasi tutte le forze politiche presenti in parlamento ovvero i Cinque Stelle, il Pd di Zingaretti, la Lega di Salvini e Fratelli d’Italia della Meloni. Invece Rifondazione Comunista, fuori dal Parlamento, si è battuta nelle piazze per il No al Referendum; consapevoli di aver rappresentato la minoranza del 30% dei cittadini che si sono opposti al taglio della democrazia” si legge.

E ancora: “Di fronte a questo scempio, siamo ulteriormente indignati per l’ipocrisia incarnata da alcuni esponenti politici teramani del Partito Democratico e Amministratori locali di centro-sinistra e centro-destra che ora hanno pure la faccia tosta di dirsi preoccupati e critici verso questa proposta. Dopo aver votato a favore del taglio dei Parlamentari adesso quali altre balle vogliono raccontarci? Forse non avevano capito le conseguenze del referendum oppure si sono pentiti del loro voto che ha tagliato la rappresentanza dei territori a partire proprio da Teramo? Di sicuro farebbero meglio a rivolgersi ai loro colleghi di partito che stanno al Governo e in Parlamento, piuttosto che lanciare inutili proclami. E gli attuali parlamentari teramani del M5S sono contenti del loro risultato che ci calpesta? Rifondazione Comunista continuerà a mobilitarsi contro la cancellazione del collegio elettorale di Teramo ed invita tutta la cittadinanza provinciale, le categorie sociali e produttive, i sindacati e le associazioni ad intervenire”.