di Mauro Scipioni

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Quasi tre anni: il progetto “Azioniamoci: gli anziani e il sostegno alle loro fragilità” realizzato da Jonas San Benedetto del Tronto, si è concluso nel settembre 2020 dopo l’inizio nel gennaio 2018. Sembra un mondo fa, prima della pandemia Covid-19.

Jonas è un centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi, insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno nel triennio 2018-2020. Il progetto prevedeva una rete di partenariato ampia composta da: cooperativa Tangram, Asur Marche Area Vasta 5, Vivere insieme azienda pubblica di servizi alla persona, i Comuni di Montefiore dell’Aso, Ripatransone e Montalto delle Marche e gli Istituti scolastici comprensivi dei suddetti comuni.

“Il progetto – afferma la dottoressa Chiara Cavallo – ha avuto come obiettivo primario quello di focalizzarsi sull’anziano come persona, con tutto ciò che gli ruota attorno, dai familiari agli operatori ed evitare che venga visto solo come persona non più utile al processo produttivo”.

L’associazione Tangram nella persona della referente Barbara Scarpantoni ha invece posto l’accento sull’aspetto ludico-creativo dell’idea, che ha permesso agli ospiti delle Rsa di partecipare ad  iniziative divertenti come gare di canto, e giochi di gruppo. Grazie al partenariato con le scuole e i comuni, che hanno permesso l’ingresso dei ragazzi dell’Isc di Montalto delle Marche e del Ccr (consiglio comunale dei ragazzi) di Montefiore dell’Aso e Ripatransone all’interno delle tre strutture coinvolte nel progetto per passare insieme agli ospiti una giornata diversa in occasione della Festa dei Nonni, del Carnevale e del Natale. Gli incontri tra le diverse generazioni sono importanti soprattutto per il benessere degli anziani che hanno, così, avuto la possibilità di passare giornate diverse dalla solita routine.

“E’ emersa la necessità di una figura di riferimento professionale nelle strutture che possa prendersi cura dell’aspetto emotivo dell’anziano, che studi le strategie per non farli sentire inutili e cercare di distrarli dalla loro attesa verso la morte. Il tempo è molto dilatato, i residenti delle Rsa hanno necessità di sentirsi vivi utili in una società dove chi non lavora è un peso” ha poi concluso la Scarpantoni.

L’intervento conclusivo della dottoressa Laura Santirocco invece ha fatto emergere un po’ di amarezza per come il Covid-19 abbia vanificato il lavoro svolto, vista l’impossibilità di svolgere le attività in presenza, e lo scarso seguito che ha poi avuto lo sportello d’ascolto nella sede Jonas.

“Il virus ha rotto alcuni legami tra famiglie, operatori ed anziani che con tanta fatica avevamo creato, avevamo intenzione di rivederci ma non è stato possibile. La conclusione del progetto probabilmente non c’è stata, non abbiamo potuto salutare nessuno degli operatori, psicologi e operatori siamo rimasti tutti in attesa. E’ stato un epilogo forse triste senza riuscire a far ripartire il tutto con nuove modalità. La pandemia ha messo in risalto le figure degli anziani e degli operatori sanitari come figure da tutelare, Ci sentiamo di concludere con la parola arrivederci impegandoci a nuovi interventi in futuro”- ha sottolineato la Santirocco.

Il progetto, che ha avuto inizio a gennaio 2018 e che è terminato a settembre 2020, ha coinvolto inoltre anche altri componenti del l’equipe di Jonas come la dottoressassa Meri Caponi, psicologa e presidente Jonas San Benedetto del Tronto e la dottoressa Letizia Sgattoni psicologa.