SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una segnalazione da parte dei consiglieri comunali di opposizione a San Benedetto, Rosaria Falco e Marco Curzi, è stata fatta circa la situazione di sicurezza sanitaria per i dipendenti della Picenambiente in questi tempi di Pandemia. Per i consiglieri molti dipendenti chiedono i tamponi, visto che sono a contatto anche con rifiuti di persone potenzialmente contagiate e la possibilità di avere anche maggiori garanzie di sicurezza visto che i consiglieri riportano che, al momento e temporaneamente a causa dell’inagibilità degli spogliatoi per ristrutturazioni, i lavoratori sono costretti a portare a casa le divise.

La segnalazione è stata mandata alla Picenabiente, al sindaco di San Benedetto e all’Area Vasta 5.

Qui il testo: “I consiglieri Falco Rosaria e Marco Curzi, nell’esercizio delle proprie funzioni di consiglieri comunali di San Benedetto del Tronto, con la presente si appellano al Sindaco ed alla Giunta affinchè si attivino ai fini e per le motivazioni che seguono.

Gli scriventi hanno ricevuto un allarmato ed accorato appello fatto a nome di un folto gruppo di dipendenti della nostra partecipata Picenambiente Spa, con la quale si chiede di sollecitare sia presso la dirigenza della società che presso gli organi istituzionali, affinchè tutti i dipendenti siano sottoposti con regolarità, e comunque prima delle festività natalizie, a tampone per individuare l’eventuale positività al Covid-19.

Infatti sin dallo scorso marzo tale indagine è stata affidata all’iniziativa privata dei singoli lavoratori ed a loro spese, senza alcuna verifica da parte dei responsabili della società.

Si ritiene che, data la natura dell’attività svolta dai dipendenti, in tutta la nostra città e non solo, e considerato anche che alcuni di loro sono adibiti alla raccolta dei rifiuti dei positivi conclamati al Coronavirus in quarantena, in tale situazione non possa essere addotta ancora la libertà operativa e l’autodeterminazione degli organi direttivi, in quanto trattasi di servizio pubblico fondamentale, per cui l’Amministrazione ha il pieno diritto di pretendere l’applicazione di cautele a tutela della salute pubblica e di quella dei dipendenti. Infatti ci riferiscono che le diverse assenze dal lavoro non vengono mai spiegate né giustificate, né i lavoratori che lavorano a stretto contatto vengono avvisati di eventuali contagi (e neanche invitati a effettuare il tampone), che pure ci sono stati e ci sono: assoluto silenzio. Inoltre ci riferiscono che, a causa del rifacimento dei pavimenti dello spogliatoio, che si protrarrà per diversi giorni ancora, è stato chiesto ai dipendenti di tornare a casa finito il turno di lavoro senza togliersi la divisa, cosa che già in tempi normali non andrebbe assolutamente fatta, trattandosi di capi da lavoro potenzialmente tossici. A maggior ragione in questo periodo emergenziale tale richiesta, pur se transitoria, risulta ancor più pericolosa anche per le famiglie dei dipendenti, poiché è di tutta evidenza che un conto è portare la divisa a casa in un sacchetto ed infilarla nel disinfettante, un conto è rientrare nell’ambiente domestico con la divisa usata per diverse ore. Dunque la società dovrebbe dotare i suoi dipendenti di un ambiente adibito transitoriamente a spogliatoio all’interno della sede, evitando rischi inutili.

Infine i dipendenti chiedono che si sollecitino gli organi preposti alla tutela della salute pubblica e degli operatori affinchè si disponga al più presto l’indagine per individuare i positivi al Covid, mediante tampone o mezzi diagnostici con equivalente attendibilità, per consentire a tutti loro di conoscere la situazione e di prendere le dovute precauzioni, nel caso mettendosi in quarantena, questo si ritiene atto dovuto sia per loro e le loro famiglie, sia per ragioni di salute pubblica e per la rilevanza e diffusione sul territorio del servizio svolto”.