SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riceviamo questa nota da Gino Troli, presidente Amat Marche e ex assessore alla Cultura di San Benedetto e della Regione Marche.

 

La vendita di Villa Laureati: un’occasione storica per la città del futuro.

La notizia che Villa Laureati è stata messa in vendita e che la città rischia di perderla o di non decidere, anche questa volta, sul destino di un luogo straordinario per valore storico e naturalistico, è preoccupante e impone un’immediata mobilitazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni cittadine, regionali e statali.

La famiglia Laureati vende Villa, Parco e Torre Guelfa. Se ne occupa Engel & Völkers, colosso multinazionale tedesco

Si tratta di un parco che costituisce un patrimonio sociale inestimabile, che non può essere solo oggetto di una trattativa pur lecita tra la famiglia proprietaria ed eventuali acquirenti (Chi? Per quale obiettivo? Con quali risvolti per l’interesse collettivo?), ma deve coinvolgere, proprio per il rilievo che il bene ha per Porto d’Ascoli e la città intera, con un confronto pubblico, tutta la cittadinanza.

Una storia che viene da lontano, quando tra Porto d’Ascoli e Ragnola si sono decise le sorti dello Stato Ascolano e di quello Fermano, con la leggendaria vittoria del ghibellino fermano Gentile da Mogliano su Ascoli, un duello che finì con la fortezza del porto rasa al suolo nel 1348 (solo la torre Guelfa rimase in piedi).

Le vicende della Villa e del suo parco, ancora oggi rigoglioso, si intrecciano poi con quelle dei marchesi Laureati, che nel 1786 ebbero dal Papa in enfiteusi la tenuta di Selva Giurata e la Sentina per conservare fino ad oggi la proprietà del parco dove insiste la medievale torre Guelfa e la cinquecentesca Dogana sottostante.

Da molti anni si propone e si discute della fruizione pubblica di questo spettacolare insieme e del verde che i cittadini di Porto d’Ascoli guardano da secoli senza che la comunità vi possa almeno accedere. Nulla si è fatto di concreto e nessuno, nei vari governi che la città ha avuto, ha saputo sciogliere questo nodo urbanistico da cui dipende la qualità della vita e del tempo libero dei sambenedettesi.

Ora giunge questa notizia della vendita e gli amministratori non possono stare a guardare.

È un’occasione storica per avviare una trattativa, per restituire alla città un luogo simbolico, per aggiungere bellezza alla nostra quotidianità. Non ci sono altre priorità. È questa la priorità assoluta, dare a San Benedetto un altro polmone verde fruibile e individuare una funzione per la villa e la sua torre.

Anzi faccio una proposta ulteriore che può dare a San Benedetto, dopo il cammino verde dell’est, il Lungomare, un cammino ovest di verde e di storia che può cominciare con Villa Rambelli, può proseguire con Villa Brancadoro (ora semi abbandonata, che si aspetta anche qui ad aprire una trattativa con la proprietà?) e finire con il recupero pubblico di Villa Laureati.

Sarebbe un’altra città, un’offerta turistica integrata con luoghi magnifici e con funzioni ora mancanti nella città.

Un’altra città, ovvero una città che guardi al futuro e che non rimanga impantanata in opere pubbliche spesso inutili che non ne elevino la bellezza e la qualità.

Non si perda tempo nelle piccole cose, questo è un grande progetto, che può prevedere anche  la sinergia con risorse private, ma la guida e la finalità deve essere pubblica, se questa città vuole cambiare marcia e riprendersi la propria storia.