SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In merito alla bocciatura del project financing sulla Piscina Comunale da parte del Tar Marche, il comitato “No Project” ha inviato il seguente comunicato.

La sentenza del Tar Marche mette fine ad un progetto nato male e finito peggio, già prima della sentenza del Tar.

Le chiare responsabilità dell’amministrazione comunale sono evidenti ed individuate dal Tar stesso, ma quello che si vuole mettere in risalto è che il sindaco Piunti, appena eletto, disse che voleva mettere a norma la piscina e che sarebbe stata usufruibile entro giugno dell’anno successivo.

Siamo alla fine del suo mandato e siamo ancora in questo stato. E l’esito del giudizio avanti al Tar sgombra il campo dalle calunniose accuse rivolte al comitato di voler impedire il risanamento della piscina per interessi personali.

Quel progetto era sbagliato e rappresentava un regalo al privato ed il tar l’ha sentenziato.

Ma le responsabilità non sono solo politiche, ma anche tecniche, perché quando e stato portato in consiglio il progetto a Natale 2017, il Responsabile Unico del Procedimento aveva dato un parere positivo a quel progetto, nonostante che il comitato avesse già evidenziato le criticità.

Ed anche quando il Tar ha chiesto al dirigente del settore urbanistico del comune di San Benedetto del Tronto di chiarire se le critiche svolte dal comitato cogliessero nel segno, venne inviata una relazione che assicurava la rispondenza urbanistica del progetto alle norme del Piano Regolatore Generale.

A questo punto venne dato incarico al professor Rotondo dell’università Politecnica delle Marche, che ha sconfessato in maniera chiara ed inequivocabile il parere del dirigente comunale.

Ed il parere del professor Rotondo è chiaro e  si rivolge a principi basilari delke norme urbanistiche. Perché venne dato quel parere, qualcuno dovrà spiegarlo, sia da un punto di vista politico e sia da un punto di vista tecnico.

Detto ciò, nell’interesse della città, si spera che il Comune voglia proseguire oggi nella strada intrapresa del confronto aperto con le società sportive e portare avanti un progetto condiviso che ridia quanto prima alla città l’uso dell’ impianto natatorio comunale.

Il confronto, e non lo scontro frontale, è la strada maestra, smarrita da questa amministrazione sin dal suo insediamento.