Cronistoria calcio-sanitaria . Ascoli batte San Benedetto un ospedale a zero ma stavolta il pallone non c’entra. In una lunga partita durata due anni, i politici della società bianconera hanno messo sotto, in tutti i sensi, quelli rossoblu.

È stata una gara poco appassionante per la verità, tanto che è stata decisa da un clamoroso autogol che era nell’aria già nei primi ‘minuti’ dell’incontro. In palio un nuovo ospedale buono per entrambe le città più importanti del Piceno, per cui il pareggio doveva e poteva  star bene ad entrambe le ‘squadre’.

Quelli del ‘Picchio’ però hanno subito intuito che il risultato di parità la penalizzava perché aveva negli anni costruito una struttura di squadra (ospedale Mazzoni) che era diventata forte grazie a prestiti dell’intero centrocampo poi diventati definitivi. Prestiti arrivati proprio da parte della società costiera che di conseguenza aveva notevolmente indebolito la propria formazione nei reparti cruciali. Parola ‘reparti’ che calza a pennello in questa strana partita.

Con la complicità dei presidenti (pardon i sindaci dal 1990 in poi) che si sono succeduti quando le due squadre avevano organici di pari valore, con la stessa denominazione di ‘squadre’ Provinciali.

Una lotta quindi diventata impari per cui l’arbitro (Luca Ceriscioli) ha ritenuto di intervenire nonostante che il danno dello smantellamento della squadra (Madonna del Soccorso) l’aveva causato proprio la Regione stessa con Spacca, Agostini e compagnia bella, inviando nella struttura sambenedettese direttori generali con il compito di… annullare gol fatti e farla retrocedere. Tanto fu.

Come si spiega il ripensamento di Ceriscioli dopo essere andato al… Var? Malignamente, c’è chi lo pensa, per fare un dispetto alla destra ascolana? Può essere così ma per la squadra verde (il colore del nuovo ospedale sambenedettese) la decisione di rimettere la palla a centro (Spinetoli), e quindi la gara in parità, doveva essere applaudita dai tifosi verdi-rossoblu (i cittadini della costa) che, invece, si sono messi a tirare contro la propria porta fino a farsi un clamoroso autogol, regalando la definitiva vittoria al “Mazzoni” bianconero.

Non so se poteva scapparci la ‘bella’ ma, per evitarla, il nuovo arbitro Acquaroli (con Antonini e Castelli guardalinee), ha preferito, a scanso di sorprese, di chiudere immediatamente la contesa  con un rigore al 99′ concesso a senso UNICO, dopo un’azione partita dalla fascia DESTRA. Intimando che di questa partita non se ne dovrà parlare più. Loro nemmeno a quanto sembra. Roba donata mai ridata.

Stranamente nessuna protesta da parte dei dirigenti rossoblu (sindaci, consiglieri comunali  di destra, sinistra e centro) nonostante che, qualche mese prima della sentenza del giudice anconetano,  avessero inveito perché volevano una gara secca (UNICA) ma nel proprio campo, per esempio negli “spazi” di Monteprandone o di Porto d’Ascoli.

Hanno accettato la sconfitta? Sarebbe già qualcosa. Ai tifosi maligni, ma mica tanto, lo strano e previsto silenzio lascia pensare che qualcosa è successo negli spogliatoi a fine gara, in vista di una prossima (oggi recente) CONSULTAZIONE tra il popolo marchigiano, tenutasi circa un mese fa. Tanto fu?

Cronaca e commento a cura di NAZZARENO PEROTTI