FERMO – A tutti è capitato, almeno una volta nella vita, di essere avvicinati per strada da un soggetto che, con la scusa di avere un impellente necessità di soldi, ha proposto in vendita, ad un prezzo ‘stracciato’, un oggetto di valore notevolmente superiore alla richiesta di denaro.

Anni fa si trattava di autoradio, piccoli elettrodomestici, stecche di sigarette, monili e gioielli, beni sulla provenienza dei quali il venditore forniva argomenti di fantasia. Negli ultimi anni, in considerazione del desiderio di cambiare frequentemente il proprio telefono cellulare l’attività di vendita si è indirizzata verso quella merce.

La maggior parte delle persone, consapevoli della probabile provenienza furtiva degli oggetti proposti e/o per il timore di essere denunciati per ricettazione a seguito di indagini di polizia giudiziaria, hanno rifiutato la transazione, soprattutto quando il prezzo richiesto è esageratamente inferiore al valore del bene. Non tutti però, ma in alcuni casi la sfortuna ci mette lo “zampino”.

Dalla Questura di Fermo, in una nota stampa diffusa il 17 novembre, raccontano: “È quanto capitato alcuni giorni fa ad un cittadino Fermano il quale, come dallo stesso successivamente dichiarato alla Polizia di Stato, mentre si trovava per strada è stato avvicinato da un soggetto che gli ha offerto un recente modello di telefono cellulare ad un prezzo dieci volte inferiore a quello di mercato motivandolo con momentanee difficoltà economiche. Il cittadino ha dimostrato subito interesse all’acquisto ma, non avendo contanti al seguito, ha concordato un appuntamento per il giorno successivo a Lido Tre Archi”.

“Entrambi puntuali all’incontro hanno perfezionato la transazione ed il venditore si è subito dileguato – aggiungono dalla Questura fermana – Il compratore, dopo averlo acceso, ha verificato che il cellulare era bloccato e si è recato presso un negozio per chiedere assistenza ma il titolare dell’esercizio commerciale si è immediatamente accorto che quel telefono era stato rubato due giorni prima, proprio nel suo negozio. Allertata in modo discreto la Questura, il negoziante ha intrattenuto il soggetto fino all’arrivo della Volante gli operatori della quale lo hanno preso in consegna, accompagnato in Questura e denunciato per ricettazione del telefono oggetto di furto mentre il cellulare è tornato in negozio”.

Dalla Questura concludono: “L’acquirente, con il suo legale, avranno l’onere di dimostrare all’Autorità Giudiziaria in sede di processo la buona fede per l’acquisto a poco prezzo di un bene di valore sproporzionatamente maggiore e senza prima averne accertato la legittima provenienza mentre la Squadra Mobile si è messa sulle tracce del delinquente venditore”.