di Claudio Maria Maffei, 11 novembre ore 7.15

ANCONA- Oggi un pillolone e una pillolina. Il pillolone è sui cosiddetti ospedali unici, quelli che la nuova Giunta non vuole. Nei giornale di ieri leggiamo la notizia (https://primocomunicazione.it/articoli/politica/addio-ai-nuovi-ospedali-unici-nelle-marche-approvata-ieri-la-risoluzione-consiglio-regionale) della risoluzione che interromperebbe le procedure in corso per la costruzione di tutti i nuovi ospedali unici, risoluzione approvata – si dice – da parte della maggioranza del Consiglio regionale delle Marche (assieme ai 5 Stelle). L’obiettivo sarebbe quello di valorizzare le strutture sanitarie già diffuse in regione.

Cosa vuol dire questa risoluzione e quale significato attribuirgli. Vuol dire che la nuova Giunta come da suo programma ha bloccato le procedure per la costruzione di alcuni nuovi Ospedali che, in una maniera assai confusa, la precedente Giunta aveva deciso di fare e cioè quelli di Marche Nord (che avrebbe dovuto riunire Pesaro e Fano), quello dell’Area Vasta 3 (che avrebbe dovuto riunire Macerata e Civitanova Marche) e quello dell’Area Vasta 5 che avrebbe dovuto riunire Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. Per il nuovo Ospedale INRCA-Osimo non credo ci siano problemi (già quelli che sta ponendo adesso bastano e avanzano). In sostanza questa Giunta ha deciso di mantenere la attuale rete ospedaliera (o almeno credo, visto che documenti tecnici non ne girano e qui bisogna leggere le dichiarazioni riportate dalla stampa per capire qualcosa) e ha già lasciato intendere che ora metterà mano – riaprendoli almeno in parte – anche ai cosiddetti piccoli ospedali, come si ricava indirettamente da questo post e relativi commenti dell’Assessore ai Lavori Pubblici Francesco Baldelli ex Sindaco di Pergola: https://www.facebook.com/FrancescoBaldelliPage/posts/1072129626541485.

Torniamo alla questione degli Ospedali Unici. Chiariamo subito che si tratta di un termine tutto marchigiano (non esiste nella normativa un tipo di ospedale così, nemmeno con la specifica “unico provinciale”) che sta ad indicare alcuni nuovi ospedali che a un certo punto le precedenti Giunte intendevano costruire unificando due attuali strutture ospedaliere. Ma in realtà l’ultimo Piano Sociosanitario se li era già rimangiati nella sua versione finale limitandosi a parlare di Ospedali nuovi. La questione è che nessuno nelle Marche vuole rinunciare al “suo” ospedale. Ci sono ovunque Comitati a difesa degli attuali ospedali e a sostegno del recupero di quelli “vecchi” riconvertiti. E siccome la politica va alla ricerca del consenso ecco che si spiega l’orientamento della nuova Giunta al de-potenziamento degli ospedali con funzioni centrali e maggiori dimensioni e al potenziamento di quelli distribuiti in tutto il territorio e di minori dimensioni. Sostenere che si possano potenziare gli uni e gli altri è falso e sbagliato. (Mazzoni e Madonna del soccorso nel caso nostro. Ndd).

Falso perché con la esemplare (in senso negativo) vicenda del Fiera Hospital si è visto che con i suoi soli 14-28 posti letto in più tutto il sistema entra in crisi perché non c’è il personale per farli funzionare. Sbagliato perché a dover essere potenziato è il territorio. Tutti lo dicono, anche questa Giunta, ma per farlo si deve scegliere: più ospedale o più territorio? Io non ho dubbi: territorio.

A proposito del territorio ecco la seconda pillola di oggi, piccola ma amarissima. Ieri Quotidiano Sanità ha dato la notizia delle enormi carenze che ci sono in Italia nella rete delle cure palliative (http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=89764).
Nelle Marche, vedi il grafico nella Figura, il bisogno è coperto in meno del 20% dei casi. Ecco cosa vuol dire avere nella testa (e nei programmi elettorali) solo l’ospedale. Del resto lacune analoghe a quelle nell’area delle cure palliative ci sono nei Dipartimenti di Prevenzione, nella assistenza domiciliare, nei Dipartimenti di Salute Mentale, nei (quasi inesistenti) servizi pubblici di neuropsichiatria infantile o in quelli che si dovrebbero occupare di disturbi del comportamento alimentare. Per non parlare della rete dei servizi per le demenze o delle carenze di personale nelle strutture residenziali sanitari e sociosanitarie. E’ qui, e quindi sul territorio, che si tutela la salute della popolazione e non in una rete ipertrofica e non razionale di ospedali.

Ancora una volta con questa Giunta si assiste al primato della politica sulla tecnica. Non un solo dato viene offerto a supporto delle scelte che si vengono delineando. L’Università non ha niente da dire su queste scelte? Gli Ordini Professionali non ritengono siano cosa loro questo ulteriore sbilanciamento della assistenza a favore degli ospedali? E già che ci siamo: i Sindacati non hanno a loro volta nulla da dire?

Non ho bisogno che qualcuno mi ricordi che in fondo la precedente Giunta poco ha fatto per il territorio e che sugli ospedali ha solo “pasticciato”. Non mi pare un buon motivo per fare di peggio. E il rischio che si stia già facendo di peggio io ce l’ho chiaro sotto gli occhi.