SAN BENEDETTO – Non è la prima volta che il cambio di allenatore porta bene. è successo anche a Bolzano con un risultato strameritato dagli uomini del neo tecnico Zironelli. Sembra però che a qualche tifoso il pareggio non è andato a genio, nonostante la Samb abbia affrontato la capolista a casa sua. In effetti, secondo me, si poteva anche vincere perché le prime due vere occasioni le hanno avute i rossoblu  con Eklu Sasha Mahuli: nella prima ha salvato il portiere, nella seconda la palla ha sfiorato la traversa.

I tirolesi hanno tenuto più il pallone ma i loro tiri sono stati meno pericolosi perché Nobile ha fatto sì belle parate ma nessuna irresistibile. Adesso ci sono alcuni problemi da risolvere, il primo la posizione di Ruben Botta che stranamente è stato tenuto in panchina per un’ora di gioco. Quando è entrato in campo ha fatto vedere chi è, mettendo da solo in difficoltà il centrocampo dei locali i quali dopo un primo imbarazzo lo hanno raddoppiato e triplicato fino ad impedirne la pericolosità.

Siamo arrivati all’ottava partita e qualche giudizio può essere mirato. Non sarà ancora così per Zironelli che di partite ne ha vista soltanto una, lasciando capire che teneva molto a non perdere. Anche perché la probabile sconfitta era nei pensieri di molti tifosi rossoblu. L’esclusione di Botta è giustificabile solo così come ha detto a Scienziati nel Pallone lo stesso presidente Domenico Serafino. Adesso il nuovo mister si vedrà sul computer le partite precedenti, non è la stessa cosa ma può servirgli.

Meraviglia anche che la tifoseria stia sottovalutando la formazione rossoblu, dopo che all’inizio del torneo tutti la consideravano in lotta per i primissimi posti. Per me lo è ancora perché il parco giocatori, almeno i 12 o 13 potenziali titolari, sono di ottimo livello. Sarà compito del nuovo tecnico far giocare i migliori. Credo infatti che debbano giocare sempre i migliori e su loro bisogna adattare il modulo di gioco. Non il contrario.

Mi spiego in modo elementare. I potenziali titolari sono in ordine di capacità: Botta, Maxi Lopez, Nocciolini, Nobile, Shaka Mahuli, Bacio Terracino, Angiulli, D’Angelo, Cristini (in questo momento infortunato), Enrici e Biondi che finora ha giocato pochissimo. Come titolari in prospettiva vedo D’Ambrosio, Di Pasquale, e Masini. Da scoprire, sempre in ordine di presunte capacità potenziali,  i vari Scrugli, Chacon, Lescano, Lavilla, De Ciancio, De Goicoechea, Serafino, Occhiato, Liporace (per ultimo perché le sue gare con Modena e Sudtirol non sono state buone, anzi) oltre i portieri Fusco e Laborda.

L’undici a disposizione non è ben assortito? Perché Ripa,  Simonato, Basilico e Chimenti erano ben assortiti? No, eppure insieme vinsero alla grande il campionato di serie C 1973-1974, staccando il Rimini di dieci punti. Quando la vittoria ne valeva due.

Ecco come io sistemerei gli undici (miei) presunti titolari.

In porta: Nobile

in difesa (a 3): Enrici (riserva Scrugli), D’Ambrosio (o Biondi) e Cristini (riserva Di Pasquale)

A centrocampo (a 3): Shaka Mawuli, Angiulli e D’angelo, riserve Masini, De Ciancio. Liporace e altri, oggi panchinari

In attacco (1+3): Botta, Nocciolini, Maxi Lopez e Bacio Terracino, lasciandoli liberi di andare a turno sulle fasce eccetto Lopez che deve tenere impiegati in mezzo almeno due difensori. Come riserve Chacon, Serafino, Lescano e Occhiato.  3-3-1-3 per dirla con i numeri. Insomma ho descritto la mia formazione base che, da quando esiste il calcio, trovarla è il segreto delle vittorie.

Per chiudere una curiosità tratta da un articolo tratto da Solo Cosenza (l’informazione storica della squadra calabrese) di Ernesto Pescatore:

“Terzo pareggio consecutivo il 21 dicembre 1980, contro gli ex Nedo Sonetti e Walter Perrotta. Il Cosenza disputa un primo tempo balordo. Netto dominio della forte compagine marchigiana che, pur disponendo a proprio piacimento degli avversari, stenta a trovare il bandolo della matassa e non riesce a concretizzare la sua superiorità. Su tutti giganteggia Lattuada che con interventi prodigiosi e scatti felini respinge e blocca ogni pallone meritandosi la palma del migliore in campo; nell’altra porta, Zenga resta del tutto inoperoso. La ripresa inizia con lo stesso cliché: Cosenza chiuso a riccio e Samb protesa in costante azione offensiva. Al 71′ la Sambenedettese vede coronati i propri sforzi. Al termine di un’ennesima mischia sotto porta, Lattuada allontana su tiro di Ceccarelli: la sfera è intercettata da Speggiorin, autentica spina nel fianco della difesa silana, due passi e palla scagliata a mezza altezza con un tiro di rara potenza che trafigge Lattuada. Sugli spalti è tripudio, l’incubo sembra scacciato. A meno di venti minuti dalla fine, il Cosenza non sembra capace di replicare. A questo punto, i lupi escono dalla tana e mettono in difficoltà le retrovie marchigiane che ricorrono a tutte le maniere, lecite e illecite, per frenare l’inatteso impeto agonistico dei silani. Il nervosismo serpeggia in campo e sugli spalti e la Samb, che ha speso tutte le sue energie, è in balia del Cosenza. All’86′ giunge la doccia fredda e il regalo di Natale per i tifosi cosentini: su punizione battuta da Renzetti c’è un groviglio di uomini davanti a Zenga, lo spilungone Prima tocca di testa per Iacopino che, sempre di testa, colpisce la traversa. Sulla respinta si proietta Reggiani che elude tutti e depone di testa alle spalle di Zenga. Sulle gradinate cala una cappa di piombo, s’impreca alla malasorte e non ci si capacita come la Samb, dopo aver disputato una gara maiuscola, debba dividere la posta con il Cosenza“.

L’attuale presidente della Samb aveva 13 anni ma qualcosa potrebbe ricordarsi.