Di Elvira Apone

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Buona partecipazione, nel pieno rispetto del distanziamento richiesto dalla normativa anti Covid, in piazza Piacentini a San Benedetto del Tronto in occasione della chiusura dei quattro giorni di festeggiamenti civili e religiosi dedicati al santo patrono della città, cui hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni civili, militari e religiose.

“La preghiera non è solo un affidare a Dio – ha affermato il vescovo, monsignor Carlo Bresciani, nella sua omelia durante la celebrazione eucaristica da lui presieduta – proprio come fece San Benedetto Martire, che non affidò al Signore soltanto la difesa della fede, ma gli chiese aiuto per la terribile prova cui si sarebbe sottoposto, senza tirarsi indietro”. Un invito, dunque, a tutti i cittadini ad assumersi le proprie responsabilità, per quanto gravose possano essere, a sentirsi parte viva della città e a sostenersi reciprocamente, soprattutto in un periodo difficile come questo: “La pandemia ci ha fatto toccare con mano che abbiamo bisogno gli uni degli altri e che solo insieme possiamo affrontarne i pericoli. La salute della nostra città e del nostro mondo dipende da ciascuno di noi”.

Alla cerimonia di riconsegna della chiave della città al Santo Patrono da parte del Sindaco, Pasqualino Piunti, hanno fatto seguito la benedizione del vescovo alla città in piazza Sacconi e il concerto del “Quartetto d’Archi Antonio Vivaldi”, che si è tenuto all’interno della chiesa di San Benedetto Martire, sempre rispettando le regole del distanziamento.

Il quartetto ha regalato al pubblico celebri brani del repertorio musicale classico nazionale e internazionale, spaziando da Bach a Rossini, dalla musica rinascimentale fino a Morricone e ad Astor Piazzolla, compositore argentino nato a Mar Del Plata, dove tutt’oggi c’è il culto di San Benedetto Martire. Non sono mancati i ringraziamenti da parte dei musicisti al vescovo e alla curia, al sindaco, all’assessore alla cultura, a tutta l’amministrazione comunale, all’associazione “Amici del Paese Alto” e all’istituto musicale “Antonio Vivaldi”. A concludere, lo splendido brano “Nuttate de Luna”, divenuto ormai il vero e proprio inno della città.