SAN BENEDETTO DEL TRONTO – È veramente piacevole fare una chiacchierata con il nuovo presidente della nostra Samb. Finalmente un dirigente che guarda lontano. Cosa che dovrebbero fare principalmente gli amministratori pubblici di San Benedetto del Tronto, una città molto bella ma affatto valorizzata negli ultimi 30 anni.

Da non so quanti anni, scrivo e dico che la crescita turistica è arrivata principalmente grazie al calcio o meglio alla Sambenedettese, un miracolo sportivo dello sport più amato dagli italiani, sin dalla fine degli anni 50.

Sentirmi dire la stessa cosa da una persona di origine calabrese mi ha fatto venire i brividi. Sfonda infatti una porta apertissima: per verificarlo basta andare a leggere le centinaia di miei articoli sull’argomento. La sintesi del mio pensiero è: “La Samb non è una semplice squadra di calcio ma un bene cittadino, alla stregua di un monumento”.

Come il porto, come la spiaggia come il verde, con la differenza che per spiaggia e verde la concorrenza è notevolmente aumentata per cui non bastano più per promuoverla, serve un veicolo ‘mobile’ come lo è già stata la Samb e come può ridiventarlo.

Al di là dei successi sul campo, che arriveranno anche, Domenico Serafino ha portato la Samb e San Benedetto nelle cronache di tutto il mondo, dell’Italia e del Sud America in particolare. Ha promosso il nostro territorio più lui in tre mesi che le giunte comunali più o meno recenti in tantissimi anni.

Con grande probabilità la prossima estate porterà al Riviera delle Palme l’Inter  e un’altra squadra importante per un triangolare con la Samb, è infatti molto amico di Javier Zanetti “Oggi ho passato molto tempo con lui al telefono e conto di avere con la società nerazzurra una collaborazione come la Samb ha avuto già in passato (Zenga, Sabato, Tacconi, Tedoldi giusto per citarne qualcuno. Ndd)”

Visto che ha rifatto il terreno di gioco, ha messo a nuovo uffici, area stampa e spogliatoi gli ho chiesto se finalmente gli ingressi non presenteranno più erbacce e sporco fermo lì da tantissimo tempo “Purtroppo sono zone dove la società non può intervenire perché gli spazi sono comunali e il compito spetta all’amministrazione comunale. Speriamo che per la prima gara con il Gubbio o noi o loro possiamo fare pulizia. Non è una protesta ma una semplice considerazione

A quel punto mancherebbe soltanto un ascensore perché raggiungere la parte più alta delle tribune con i gradoni altissimi è molto faticoso, specialmente per i più anziani. Magari dopo aver letto Serafino ci farà un pensierino.

Come diceva un giornalista Rai, adesso una domanda sorge spontanea: “Avendo già speso 1,2 milioni per le varie sistemazioni (altri euro li spenderà sicuramente) per un bene non di sua proprietà, perché non pensa ad acquistarlo?”

Da quello che ho intuito, l’idea gli balla in testa e forse più avanti potrebbe tentare un passo che sarebbe storico. Insomma uno stadio da regalare (pagando il giusto) alla società Samba (come ama chiamarla il presidente) per adeguarsi ai tempi moderni che vedono le società di calcio puntare allo stesso obiettivo.

Secondo me un sogno, nostro e forse suo, che nel tempo potrebbe diventare realtà. Un sogno anche, credo, non soltanto dei tifosi ma anche di tutti gli abitanti di una ipotetica Città Grande (ci voleva un cosentino per anticiparla nello sport, intanto. Ndd) perché le amministrazioni comunali finora hanno sfruttato la struttura al 10% rispetto alle potenzialità che anche un bimbo di 10 anni conosce.

Non abbiamo parlato di calcio giocato? Vero ma come accaduto in tutte le società calcistiche che hanno messo a punto progetti simili, i risultati sul campo non sono anticipabili ma i successi sul terreno verde ne sono spesso (direi sempre) la conseguenza.

Per chiudere ho chiesto al presidente quando il suo socio coreano verrà a San Benedetto. “Molto presto. Mi ha detto che non vede l’ora di conoscere la squadra e la città e che segue tutte le nostre vicende calcistiche e societarie” ha risposto il patron rossoblu.