SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nelle prossime settimane diversi agricoltori del territorio saranno impegnati nella vendemmia annuale. L’unicità della stagione attuale ha fatto emergere le diverse problematiche che gli operatori del settore si apprestano ad affrontare.

La Cia Agricoltori provinciale di Ascoli, Fermo e Macerata sta cercando di alzare il livello di attenzione dando voce ai suoi associati. E se da un lato per molti si prevede una bella annata, grazie al clima mite dei mesi scorsi ed all’ottima alternanza tra sole e piogge, dall’altro gli effetti del lockdown non smettono di farsi sentire, come afferma Daniele D’Ercoli delle Cantine d’Ercoli di Cossignano  “Il sole e le piogge sono state un toccasana per le viti. Ma, a causa delle restrizioni dei mesi scorsi, molti produttori hanno nelle loro cantine ancora molte scorte. Quindi dove quest’anno ci sarà una produzione normale si registrerà però una difficoltà nello stoccaggio. Per dare una mano ai produttori che non sono riusciti a vendere gran parte del vino la Regione Marche ha stanziato degli aiuti (provvedimento regionale di giugno, ndr) che variano in base ai quintali d’uva, dando loro possibilità di recupero e conversione, ma pensiamo non siano sufficienti.”

“Da qualche tempo abbiamo iniziato a fare la raccolta meccanica, avendo quasi 20 ettari di vigneto” – prosegue D’Ercoli – “Ho notato che se le uve vengono lavorate subito, quindi appena raccolte, la qualità non cambia. Ma dalla raccolta alla lavorazione deve trascorrere il meno tempo possibile, quindi abbiamo letteralmente bisogno di spazio nelle nostre cantine”.

Completamente diversa è invece la situazione per altri associati. Della problematica grandine si fa portavoce Gabriele Vitali di Casale Vitali a Montelparo afferma: «La notte fra il 19 e il 20 maggio scorso nella fascia di terra da Montelparo, Monteleone e fino a quasi il maceratese, sono caduti circa 20, 30 centimetri di grandine, con chicchi di dimensioni pari ad un uovo di gallina. In queste zone non si raccoglie quasi nulla, gran parte delle piante e dei prodotti sono andati distrutti. Le viti hanno subito un stress talmente forte che non produrranno uva non soltanto in questa stagione ma anche nei prossimi anni. A differenza di altri miei colleghi, avendo un’azienda dislocata su più zone, fortunatamente ho potuto salvare qualcosa. Ma a conti fatti la vendemmia per un terzo è andata persa e nella parte restante sto subendo i danni provocati dai cinghiali. Anche qui siamo nel limbo, non sappiamo su quali aiuti poter contare»