Riceviamo e pubblichiamo una lettera molto accorata di Evio Ridolfi, creatore di parchi gioco, in primis il famosissimo Play Planet di Porto d’Ascoli dove sono ‘cresciuti’ migliaia di  bambini nati da fine anni ottanta ad oggi:

“Gentili Cittadini Sambenedettesi,
era il 1997 quando a San Benedetto aprì il Play Planet: un parco giochi al coperto di 1000 mq, frutto di una nuova tendenza (family entertainement center) che si stava imponendo nei paesi più all’avanguardia, sensibili alle esigenze dei bambini e delle loro famiglie. Al tempo ne esisteva soltanto uno a Milano, di circa 600 mq. L’ho visitato e ne ho a fondo studiato finalità sociali, potere di aggregazione familiare e potenzialità che il soft modular play (la struttura di gioco fulcro del parco) aveva nello sviluppo psicofisico del bambino. Ho considerato le valutazioni di moltissimi pediatri luminari che utilizzavano le vasche di palline per lo sviluppo della coordinazione dei bambini autistici, sostenendo che la struttura di gioco potesse rappresentare per tutti i più piccoli una vera e propria palestra in grado di contrastare la loro sedentarietà. Infine, sarebbe sciocco negare che io abbia intravisto anche una concreta opportunità di business, e così,
una volta convinti dei soci un po’ folli e intraprendenti, decidemmo di realizzare il parco giochi. Ricordo ancora durante la costruzione che in tanti ci presero per pazzi, non tanto per l’idea, ma per il fatto di volerla realizzare proprio a San Benedetto, che con un bacino d’utenza limitato, rappresentava un fattore di rischio troppo elevato per un investimento così importante in un nuovo e sconosciuto business e presente al momento solo in una metropoli.
L’espressione più simpatica che ricordo è quella di un signore che venne a farci visita durante i lavori. Si girò intorno e guardandoci disse: “QUESS È NU ‘ZZARD” (“è un azzardo” ndr)

Il parco aprì il 27 Luglio 1997 e fu accolto con grande entusiasmo, le famiglie venivano e potevano giocare con i loro figli nella struttura, oppure i genitori potevano intrattenersi tra loro con la sicurezza che i loro figli stessero giocando in un ambiente sano e protetto. Si poteva prendere qualcosa al bar, cenare in pizzeria e festeggiare i compleanni dei bambini senza farsi distruggere la casa, con loro grande soddisfazione e senza stressarsi con i preparativi. Famiglie di turisti che ci conoscevano durante l’estate rimanevano incantate e si chiedevano perché a Roma, a Bologna, a Napoli o a Bari non ci fossero strutture del genere. Per anni abbiamo avuto clienti di Ancona, Pescara, Rieti, L’Aquila, Roma, Macerata che venivano nei weekend invernali a San Benedetto perché c’era il Play Planet. Il primo Play Planet a Pescara ha aperto ben quattro anni dopo e ad Ancona dopo addirittura sei. Nel 2005 abbiamo presentato al sindaco Martinelli e alla sua giunta una proposta di riqualificazione del Bambinopoli, che dopo circa trent’anni di attività e gestioni varie risultava obsoleto e non consono rispetto ad un’area che era ed è il cuore della nostra città. Ricevuto l’interesse e l’approvazione dell’amministrazione abbiamo avviato un investimento di circa 600.000 euro per l’acquisizione dell’attività esistente e la totale riqualificazione dell’area.
È vero che c’era un’area giochi a pagamento ma l’accesso era a tempo illimitato e di conseguenza il costo risultava irrisorio se confrontato con le altre attrazioni limitrofe che, a parità di spesa, concedevano 10-15 minuti di gioco. Inoltre, realizzammo perimetralmente un’area giochi a fruizione gratuita a fronte di una spesa di oltre 25.000 euro, rottamammo quei giochi vecchi e pericolosi presenti da oltre trent’anni, sostituendoli con altalene, giostrine, giochi a molla e torre degli orsetti.
Anche Central Park ebbe un enorme successo e sia voi cittadini che i flussi turistici ce lo hanno ampiamente confermato negli anni. Venendo ai numeri, al Play Planet ed al Central Park hanno festeggiato il compleanno poco meno di 20 mila bambini, con un numero di presenze sottostimate di oltre 800 mila persone!!!
Mi preme sottolineare che l’investimento del Play Planet fu realizzato per oltre il 70% con capitale di debito (?) e che i profitti realizzati in 8 anni di attività sono stati completamente reinvestiti in Central Park, con la sottoscrizione di ulteriori nuovi mutui e finanziamenti.
Vi ricordo che anche Shark Park, il parco giochi alla rotonda di Porto d’Ascoli, è stato da noi realizzato con grande apprezzamento degli ospiti frequentatori della nostra città.
Perdonate la lunga introduzione, ma era doverosa per due motivi:

1. Io ed i miei soci siamo fieri ed orgogliosi di quello che abbiamo realizzato per i bambini, le loro famiglie e per questa città;

2. Vogliamo scusarci con Voi tutti per come oggi si presenta Central Park e di seguito vi chiarirò perché, allo stato attuale, risulta chiuso
e degradato.

Nel 2014 maturiamo l’idea di reinvestire nel rinnovamento ed ammodernamento di Central Park, sia a livello di nuove attrezzature di
gioco, che con interventi alla struttura bar/gelateria. Quindi, avendo il contratto di affitto con il demanio ormai prossimo alla scadenza (2017), contattiamo l’ente per richiedere un rinnovo anticipato in funzione del nuovo investimento preventivato. Nonostante vari tentativi, il demanio non concesse il rinnovo perché l’area “Bambinopoli”, insieme ad altre aree demaniali (circolo tennis e aree adiacenti, pista di pattinaggio, bocciofila, ed altri), a seguito della legge sul federalismo demaniale, sarebbe stata acquisita dal comune di San Benedetto, al quale sarebbero stati trasferiti diritti, ragioni ed oneri del contratto in essere.
E così, il 5 Maggio 2016 riceviamo una lettera dal Comune di San Benedetto che ci notifica il passaggio dell’area al comune e contestualmente ci invia formale disdetta del contratto d’affitto alla sua scadenza (2017). A questo punto regolarizziamo quanto dovuto al
demanio e richiediamo più volte di poter pagare la parte di competenza del Comune, senza ricevere risposte per oltre due anni. Nel frattempo, l’amministrazione emana un regolamento comunale (agosto 2018), approvato dalla giunta, che prevede procedure di assegnazione di evidenza pubblica per gli immobili passati dal demanio all’amministrazione, da finalizzare entro sei mesi. Tale regolamento
prevedeva inoltre un indennizzo per quelle situazioni in cui gli occupanti avessero effettuato consistenti investimenti sul bene. E qui inizia il
calvario di Central Park ed il suo decadimento: non si può di certo investire senza aver la certezza di un rinnovo contrattuale! Senza considerare un bando più volte promesso come “imminente” che non arriva e quell’eventuale indennizzo che viene sempre più sminuito con le più varie ed estemporanee argomentazioni. Un continuo rimpallo tra burocrazia e volontà politica, arrivando a prospettare che quell’area nel bando possa avere una destinazione diversa da quella di “Bambinopoli”, snaturando così ciò che ha rappresentato un punto fermo ed importante nella storia degli ultimi sessant’anni della nostra città. Senza considerare poi le questioni di ordine giuridico cui la situazione dà
luogo.
Ci teniamo a sottolineare che in tutta la durata del rapporto abbiamo adempiuto a tutti gli obblighi ed oneri contrattuali con tempestiva puntualità, pagando i canoni con regolarità assoluta, con beneficio per le casse del Comune e quindi dei cittadini tutti, a differenza di quanto spesso accaduto in situazioni simili.
Ogni anno abbiamo subito atti vandalici di ogni genere con danni di diverse migliaia di euro, nel maggio scorso ci hanno distrutto tutte le
fioriere in legno, vari punti luce e due altalene, rompendo in svariati punti la staccionata in legno; come sempre abbiamo provveduto al ripristino, e alla pulizia dell’area.
Voglio concludere esprimendo la grande amarezza che pervade me ed i miei soci, nella certezza di aver dato tanto a questa città in termini di
visibilità, di sostegno alla vocazione turistica e di supporto alle famiglie nella gestione dei loro figli.
Rimane ben impresso nelle nostre menti il sorriso, la felicità e lo stupore che leggevamo negli occhi dei bambini che hanno frequentato i nostri parchi.
SONO IMMAGINI INDELEBILI… DI CUI NESSUNO POTRÀ MAI PRIVARCI”

Evio Ridolfi