SERAFINO STORY. Se continua così (perché no?) il compositore musicale calabrese potrebbe cambiare la nostra storia calcistica. La preparazione pre-campionato è iniziata alla maniera degli anni belli, quelli a cavallo tra la metà degli anni settanta e la fine degli anni ottanta, e in qualche modo paragonabile ai primi anni dell’era Fedeli.

Il popolo rossoblu accorreva in massa nella sede del ritiro per vedere da vicino i propri beniamini. Mai però con volti nuovi conosciuti come quelli attuali. Vedi Maxi Lopez, Ruben Botta ma anche Manuel Nocciolini. Già da soli stanno portando la Samb all’attenzione dei media nazionali come mai era successo nell’ultimo trentennio.

E non solo. Alcune squadre, vedi il Padova, si stanno preoccupando perché vedono i rossoblu molto più competitivi degli anni precedenti. Non fa male perché il rispetto e il timore  possono portare a benefici anche sul campo di gioco; a parte che i nostri non commettano l’errore di sentirsi più bravi solo perché… lo dicono gli altri. Insomma un’arma a doppio taglio che, se usata nel modo giusto, ci darà grandi soddisfazioni. Senza dimenticare che, il neo presidente rossoblu ci ha confessato che non ha finito di stupire.

Non ci resta che attendere, dicono i più saggi e così è. I presupposti però sono eccellenti. Al presidente Serafino ho ricordato un aneddoto risalente a circa 50 anni fa quando la Samb era in lotta per salire in serie B e l’Ascoli lottava per la serie A. Mio fratello Pino coniò una frase che è passata alla storia: “Se l’Ascoli ha la A in testa, la Samb finisce in b”. La risposta di Serafino è stata istantanea: “Come avrai potuto notare io preferisco chiamarla Samba”.

Un gioco di parole, un modo di scherzare che non può che far piacere. Per la mia anima di tifoso è stata una risposta graditissima. Tuffiamoci quindi con fiducia e speranza in questa avventura che definirla semplicemente nuova è riduttivo.

Per il momento il problema vero è rappresentato dalla pandemia: se come dicono in molti si tornerà a giocare senza tifosi io credo che il calcio (quello di serie C sicuramente) prenderà una piega insanabile perché, se così fosse, ritengo che il campionato nemmeno inizierà e, stavolta, il dispiacere sarà molto più grande che in passato.