SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Nel pomeriggio del 13 agosto presso il Viniles  si è svolta la presentazione dei candidati alle prossime elezioni regionali del movimento “Dipende da Noi”.

Il prologo è affidato al noto fumettista Michele Rosetti alias Maicol & Mirko “Sono qui come semplice sostenitore. Vengo da una situazione penosa: quella di non avere da anni un punto di riferimento politico e la conseguente difficoltà di non sapere dove collocare il mio voto ma ancor prima il mio stesso pensiero. Non sono l’unico ad aver difficoltà nel momento in cui si è chiamati ad esprimere il proprio consenso alle urne. Sono finalmente invece felice di poter sostenere persone che hanno un’idea precisa. E questo è fondamentale. Perchè dietro a tutte le cose che funzionano ci sono delle idee forti, dei punti fermi. Per una volta sono sicuro che dopo aver votato sarò sereno e mi addormenterò a cuor leggero.”

La parola passa poi al candidato alla presidenza regionale, Roberto Mancini che ricorda la nascita ed i punti programmatici: “Dipende da Noi non è una lista elettorale, è un movimento di impegno civile che fa anche una lista elettorale. La lista è un’azione specifica non è l’identità del movimento, in quanto l’adesione allo stesso è personale. Alla base ci sono quelle persone che nelle Marche si impegnano da anni nel mondo della solidarietà, del volontariato, della scuola e della ricerca. Ciò che ci accomuna è il diverso metodo nel fare società, che viene prima di fare politica. Fare politica senza fare società è mera propaganda, diventa delega in bianco. L’attuale deriva di narcisismo patologico svuota la politica della sua funzione sociale e storica. Tanto più che il professionismo politico non genera competenza ma solo autoreferenzialità.

Noi abbiamo invece l’idea di una politica per passione e non per mestiere ed in tal senso vogliamo accompagnare i processi che portano alla soluzione dei problemi, prenderci cura delle persone e del bene comune.

L’altra cosa che ci unisce è un orientamento di sinistra etica. Non una sinistra ideologica e magari delle piccole appartenenze che finisce spesso per autoisolarsi.

Per noi sinistra significa non accettare che la società sia un mercato e quindi non accettare i conseguenti dogmi del liberismo secondo cui tutto va privatizzato, tutto si può comprare e tutto viene misurato con la potenza del denaro e di chi lo sa movimentare. In questi ultimi anni lo stesso PD ha scambiato la modernità e la democrazia col capitalismo, perdendo la sua identità e consegnando voti alla destra. Non sarà il liberismo a fermare il fascismo, anzi. Si crea una sorta di circolarità per cui il liberismo struttura i poteri per poi abbandonare le persone, le quali esasperate o non votano più o si rivolgono alla destra.

Noi vogliamo essere in netta discontinuità con questo tipo di centrosinistra che negli anni ha perso credibilità. Noi ci rivolgiamo a quella grande maggioranza che non vota proponendo il nostro metodo fatto in primis di partecipazione non occasionale nè reattiva ma organizzata per costruire le risposte alla istanze della vita collettiva. Altro cardine è quello dell’ascolto inteso come confronto reale che sviluppa un pensiero comune da cui poi sgorga una visione. Il terzo ingrediente del metodo è la conoscenza intesa anche come progettualità. Se vogliamo gettare le basi per una bio-regione dove gli equilibri sociali e quelli naturali vengano pensati insieme, in modo interconnesso, dobbiamo attingere a quelle esperienze avanzate, anche estere, in grado di risolvere i problemi.

E poi l’etica. Quello che è mancato in quest’ultimo ventennio politico è stato il rispetto delle persone e l’adozione di metodi che fossero congruenti con quel rispetto. Sotto questo punto di vista ci guida l’art. 3 della nostra Costituzione.

La democrazia si difende praticandola. Vogliamo aprire una strada tra società ed istituzioni evitando che le idee non si traducano in progetti concreti per mancanza di consenso ed allo stesso tempo arginando la pericolosa spirale di consociazione con i metodi del potere che anche a sinistra coinvolge pezzi di società civile.

Le priorità di programma sono:

  1. Risposta al terremoto, per quelle che sono le competenze regionali, e riordino del territorio.
  2. Economia ed ecologia: si possono generare posti di lavoro proprio tutelando il territorio stesso. La Regione deve essere un ente di garanzia che coordina le forze economiche e quelle creative, imprese responsabili e politica del credito.
  3. Sanità: bisogna fare il contrario di quello che è stato fatto da Ceriscioli. Basta sanità privata: sanità pubblica gratuita e diffusa sul territorio, medicina preventiva, territoriale, infermiere di quartiere ed almeno 2 ospedali funzionanti per ciascuna provincia.
  4. Solidarietà: basta coi tagli e con prestazioni meramente tecniche.

Sappiamo benissimo che l’obiettivo che ci siamo posti è molto alto. Uscire dalla logica di potere per abbracciare la logica dell’accoglienza e del prendersi cura sembra folle. Ma noi preferiamo questa follia alla rassegnazione che ci fa sentire morti dentro. Crediamo nei marchigiani e nel futuro della regione, ma non è solo un ottimismo teorico. Mettiamo in campo un’azione per perseguire un progetto concreto con persone che già incarnano questi principi nella vita di tutti i giorni.”

E’ poi la volta dei singoli candidati della circoscrizione locale.

Paola Cantalamessa, laureata in scienzee pedagogiche, è un’insegnante di scuola primaria con trascorsi politici e anni di volontariato sulle spalle: “Quello che mi ha coinvolto nel progetto è il metodo, il prendersi cura delle persone. Lo pratico nella vita di tutti i giorni, non potevo non mettere a disposizione le mie competenze. C’è tanto lavoro da fare, con grande entusiasmo voglio dare il mio contributo.”

Fabrizio Leone, docente di filosofia e scienze umane è attivo nel volontariato culturale da oltre 30 anni. “La cultura è un elemento fondamentale di una vita democratica. Fin dall’antica Grecia la cultura è educazione, confronto e formazione anche politica. Nella società civile c’è tanta forza, tanta partecipazione e voglia di fare cose positive che le istituzioni non fanno. Dobbiamo catalizzare queste energie e svilupparle nel concreto, nel reale.”

Infine l’intervento di Paola Maria Petrucci, consulente e formatrice manageriale è da sempre attiva nel mondo del volontariato, dell’educazione e della promozione sociale e delle pari opportunità, oltre ad aver ricoperto ruoli tecnici in Provincia ed in Regione ed incarichi istituzionali in Confindustria. “Ho sempre detto di no alla politica sia perchè ho sempre pensato di farla comunque educando e facendo crescere in modo sano e libero le persone, sia perchè non mi sono mai ritrovata nelle logiche dei partiti. Qui ho trovato invece identità programmatiche e metodologiche. Mi metto a disposizione perchè dipende da noi…”

All’incontro non era presente per motivi lavorativi l’altro candidato Francesco Corradetti.