SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si comunica che la Villa Marittima aprirà al pubblico sabato 8 agosto alle ore 17.

Si tratta dell’apertura alla pubblica fruizione dell’area archeologica del Paese alto di San Benedetto con i resti di una splendida “villa marittima” del I secolo avanti Cristo. La moderna ricerca archeologica definisce “villa marittima” un edificio residenziale situato a non più di un chilometro dal mare nel quale si potevano anche trovare impianti produttivi collegati alla piscicoltura, come vasche per l’allevamento dei pesci o impianti per la produzione di determinati prodotti ittici.

I lavori di riqualificazione intrapresi dal Comune di San Benedetto del Tronto in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche a partire dal 2010, hanno permesso di individuare, al di sotto dei piani moderni, numerosi elementi che riguardano la storia del sito su cui oggi sorge il Paese Alto. Un team di archeologi ha dunque portato in luce porzioni di bellissimi pavimenti a mosaico e alcune strutture murarie dagli intonaci colorati, ma anche pavimenti rustici e vasche di lavorazione, riferibili appunto ad una villa marittima del I sec. a. C.

Il carattere raffinato della stanza principale individuata durante gli scavi è espresso dalla sua pavimentazione a mosaico (tessellato) a tessere bianche con ampio riquadro centrale, delimitato da una larga fascia di tessere nere, decorato da scaglie di pietre colorate. A ovest si poteva accedere alla stanza da una porta la cui soglia è sottolineata da una decorazione a mosaico in bianco e nero. Al centro si può riconoscere una parte della raffigurazione di un crostaceo, probabilmente un gambero che sembrerebbe alludere alla ricchezza del mare e alla fortuna del proprietario della dimora. Lo scavo ha restituito anche alcuni interessanti frammenti di intonaci dipinti nella tecnica dell’affresco, testimonianza della ricchezza decorativa delle pareti di questo settore abitativo. La stanza con mosaico ad inserti di pietra comunica a nord con un ambiente più piccolo pavimentato da un tessellato bianco con una fascia a tessere nere lungo i bordi. La porta di passaggio tra i due ambienti presenta una soglia a mosaico con un riquadro esterno che racchiude un motivo geometrico a dentelli. La stanza più grande è da interpretarsi come ampia sala di ricevimento, mentre l’ambiente di minori dimensioni era probabilmente un ambiente di riposo (cubicolo), dove potevano essere collocati lungo le pareti due o più letti. Oltre all’appartamento residenziale con le due stanze mosaicate era presente un settore a nord della villa, rinvenuto sotto l’attuale Piazza Sacconi, destinato alla produzione: una vasca quadrangolare potrebbe essere stata utilizzata per la pigiatura dell’uva (palmento) o come bacino per la produzione del “garum”, la salsa di pesce molto apprezzata dai Romani.

Il progetto complessivo è articolato in tre lotti: sono stati realizzati i primi due, quello consistente nella riqualificazione della sala d’accoglienza al piano terra dell’ex scuola elementare dal cui sottosuolo sono riemersi suggestivi mosaici finanziato con i fondi regionali PRUACS per circa 50.000 euro di spesa, e quello, finanziati dal POR-FESR regionale per ulteriori 200.000 euro, del recupero dell’area del piano terra dell’ex scuola con il meraviglioso pavimento mosaicato. A breve partirà il terzo lotto, finanziato con circa 313.000 euro provenienti dal Piano Nazionale di Riqualificazione sociale e culturale delle aree degradate, che interesserà la piazza con la realizzazione delle teche esterne a proteggere e valorizzare i beni rinvenuti.