Venerdì 31 luglio 2020, per la serie Doc3, in onda su RAI3 alle ore 24:05, sarà trasmesso Black Samurai, documentario diretto e fotografato da Luigi Maria Perotti, prodotto da GA&A Productions Gioia Avvantaggiato, con la produzione creativa di Vania Del Borgo e in collaborazione con Rai3.

Il karate in Africa non è solo uno sport. Nei Paesi in cui spesso vige la legge del più forte essere capaci di combattere in modo efficace viene considerato un vero e proprio superpotere. Jerome è un maestro di karate che vive in Tanzania. Il suo dojo si trova a Dar Es Salaam, dove tutti lo conoscono come Black Samurai. Il suo obiettivo è diffondere il karate in Africa per fare in modo che più persone possibili possano ricevere gli stessi benefici che ha avuto lui nel praticarlo. Nel suo dojo, durante gli allenamenti rabbia e dolore lasciano il posto a valori come forza di volontà e rispetto.

Tra gli allievi, seguiamo Mahmoud e i suoi nipoti albini Zungu e Athoumani. In Tanzania, gli albini non hanno vita facile: a causa di antiche credenze popolari, ogni anno decine di loro vengono mutilati e le loro ossa usate per realizzare amuleti portafortuna. Per la famiglia di Mahmoud che vive in una casa senza porte o finestre con altri tre bambini albini, il karate è l’unica speranza. Il maestro di Jerome, Sensei Edward, arrivato dal Sud Africa per tenere un seminario di arti marziali, viene a conoscenza della situazione e suggerisce a Jerome di coinvolgere tutta la comunità del karate intorno alla ‘questione’ degli albini. Se Zungu riuscisse a qualificarsi per i mondiali di karate in Giappone sarebbe il primo albino a riuscirci, diventando un simbolo di riscossa per tutte le persone nella sua condizione.

Qualche mese più tardi si terrà in città il campionato di karate dell’Africa Sud Orientale, e se Zungu riuscisse a distinguersi sul tatami potrebbe ricevere un invito a esibirsi a Tokyo, davanti ai maestri giapponesi. Comincia così un duro percorso di allenamento per preparare il ragazzo alla sfida che potrebbe cambiargli la vita. Ma la pelle degli albini è molto sensibile al sole e senza le opportune protezioni si ustiona facilmente creando ferite difficili da rimarginare. Zungu, che non può permettersi creme protettive, ha delle ferite sulle braccia che i giudici del torneo considerano incompatibili e Zungu è eliminato dal torneo. In pochi mesi, Jerome riesce a procurarsi delle creme per il suo allievo e Zungu ricomincia ad allenarsi con determinazione. La sfida del karate è solo rimandata…

Il regista Luigi Maria Perotti

Nel 2020  realizza il documentario “Il Papa ed Hitler“ (GER), che racconta il rapporto tra Pio XII e Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 2017, il documentario per il cinema “My Best” (UK) sulla vita fuori dal campo del calciatore nord irlandese George Best, raccontato dal figlio Calum. Il film ha vinto il London International Documentary Festival, Hong Kong Arthouse Film Festival e il Premio Libero Bizzarri “Doc Italia”. Nel 2011 realizza il doc “La Via di mio padre”, presentato al Festival del Cinema di Roma, nella sezione Giovani Cineasti Italiani. Nel 2010 ha diretto il film documentario “Florence Fight Club” (Ita/Ger) che ha partecipato a diversi festival (Krakow Film Festival, Los Angeles Film Festival, Libero Bizzarri festival, Docaviv). Nel 2008 dirige “L’infame e suo fratello” (Ita-Ger). Il documentario ha vinto nel 2009 il Premio Libero Bizzarri. Nel 2004 produce e dirige la serie Tv Factory, basata su una sua idea di format, per Cult. Nel 2001  la regia per Rai Educational del film interattivo “Farina Stamen”.