FERMO – L’attività della Guardia di Finanza, oltre che alla vigilanza sul corretto ed esatto versamento di quelle somme che rappresentano le “entrate” dell’Erario (attività svolta attraverso la lotta all’evasione, all’elusione e alle frodi fiscali), da sempre è improntata anche alla tutela delle “uscite” dello Stato, a contrasto degli illeciti in materia di spesa pubblica.

In questo settore le Fiamme Gialle operano per prevenire e reprimere i casi di indebita percezione e di malversazione relativi alle uscite statali, comunitarie e locali, per contrastare i fenomeni di corruzione, concussione, peculato e abuso d’ufficio, per accertare la responsabilità amministrativa per danni erariali ed impedire la commissione di reati contro la Pubblica Amministrazione.

In questo ultimo periodo, caratterizzato da una diffusa richiesta di sovvenzioni pubbliche per sopperire alle situazioni di difficoltà economiche derivate dall’emergenza epidemiologica, l’attività di controllo operata dal Corpo di Fermo nel comparto delle pubbliche provvidenze è ancora maggiormente e con più incidenza mirata alla verifica che le stesse siano erogate nei confronti di soggetti realmente ricadenti in condizioni di sofferenza e che gli aiuti economici non vadano “dispersi” a beneficio di chi simula artificiosamente situazioni di difficoltà sociale o economica.

Nei primi mesi dell’anno in corso sono stati numerosi i casi scovati dai finanzieri del Gruppo di Fermo.

Un soggetto ha indebitamente percepito circa 15 mila euro per una pensione “di guerra”, un trattamento pensionistico erogato in favore dei familiari (cosiddetto “trattamento indiretto”) di militari o civili che hanno riportato, per causa di guerra, menomazione dell’integrità psico-fisica. La fruizione di tale beneficio economico spetta al richiedente che, in presenza di altri requisiti, sia in possesso di un reddito non superiore ad un determinato limite annualmente rivalutato.

Un altro, ai fini dell’assunzione presso un ente pubblico, ha attestato falsamente l’assenza di situazioni di incompatibilità, ottenendo l’impiego e il relativo indebito emolumento.

In due casi sono stati scoperti altrettante persone che, omettendo di dichiarare il possesso di redditi, beni di proprietà o addirittura celando il rapporto matrimoniale, hanno indebitamente usufruito di canoni di locazione agevolati a seguito di assegnazione di alloggi popolari.

Per altri responsabili è stata invece accertata la non veridicità delle informazioni contenute nelle istanze prodotte finalizzate a richiedere l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato. Nelle domande di ammissione avevano omesso di indicare i redditi di altri componenti del proprio nucleo familiare.

“Nel contesto della tutela della spesa pubblica i finanzieri hanno anche eseguito controlli sulla corretta percezione del Reddito di Cittadinanza, in particolare nei confronti di quelle posizioni che hanno evidenziato incongruenze a seguito di un’attenta analisi di rischio eseguita dai Reparti. Come noto, tale Reddito è un sussidio economico erogato a soggetti in possesso, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, di alcuni requisiti specifici, sia soggettivi che economici ben precisi – si legge nella nota delle Fiamme Gialle –  Gli accertamenti svolti dai finanzieri, anche grazie all’efficacia delle banche dati e delle informazioni accessibili al Corpo, hanno permesso di individuare sino ad oggi 3 soggetti, a vario titolo, sprovvisti dei requisiti necessari a percepire l’emolumento: in un caso il percettore del reddito ha omesso di dichiarare la proprietà di 5 immobili, negli altri due casi i richiedenti non hanno invece indicato redditi percepiti. Tutti sono stati segnalati all’Inps per la revoca e restituzione del sussidio. Le indagini nello specifico settore sono tuttora in corso per individuare ulteriori illeciti.

“Infine, nell’ambito della tutela della spesa pubblica, il Nucleo di Polizia economico-finanziaria fermano, nel corso di controlli eseguiti nei confronti di articolazioni della Pubblica Amministrazione, ha accertato danni erariali per oltre 2,5 milioni di euro ed individuato e segnalato dieci responsabili di diverse violazioni, con riferimento all’indebita erogazione ‘a pioggia’ di varie tipologie di indennità, giornaliere e mensili, indipendentemente dal previsto effettivo impiego specifico del personale – concludono dal Comando – Continua a rimanere alta l’attenzione della Guardia di Finanza contro gli illeciti in materia di spesa pubblica, per individuare tutte le condotte illegali che minano il puntuale utilizzo delle risorse, favorendo sprechi e malversazioni in un settore così strategico per il Paese: solo un equo impiego degli investimenti e dei fondi pubblici può, infatti, sostenere la competitività e una piena ripresa del tessuto economico nazionale”.