MARTINSICURO – Importante operazione contro il traffico di sostanze stupefacenti lungo la costa teramana.

“Stamani, 8 luglio, i poliziotti della Squadra Mobile di Teramo, a seguito di indagini coordinate dalla Procura di L’Aquila-Direzione Distrettuale Antimafia, hanno eseguito l’Ordinanza emessa dal Tribunale di L’Aquila- Sezione Tribunale con la misura cautelare del carcere per sette cittadini di nazionalità albanese e la misura degli arresti domiciliari per un cittadino italiano per il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti – si legge in una nota della Questura teramana – L’attività di indagine ha permesso di accertare che i predetti facevano parte di un’associazione a delinquere dedita al traffico illecito di sostanze stupefacenti (cocaina e marijuana) con base logistica a Villa Rosa di Martinsicuro, presso una rivendita di autoveicoli che fungeva da copertura”.

“Le indagini, iniziate nel marzo 2017 e concluse nel gennaio 2018, hanno permesso di accertare che l’associazione era perfettamente strutturata ed organizzata, con previsione di specifici ruoli in una vera e propria scala gerarchica, composta da un vertice (classe 1984), di nazionalità albanese e tratto in arresto in esecuzione del predetto provvedimento giudiziale, che impartiva ordini ai sodali – affermano dalla Questura – Accanto alla figura del capo vi erano due diretti collaboratori, anch’essi di nazionalità albanese e attualmente irreperibili, veri e propri referenti e incaricati dell’approvvigionamento e dello spaccio dello stupefacente nonché, del reimpiego, attraverso operazioni immobiliari in Albania, dei proventi derivanti dall’attività illecita”.

Dalla Questura precisano: “E’ stata poi individuata la figura del co-gestore (un italiano del 1973), sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, dell’autorivendita di macchine costituente, come indicato, la base logistica dell’associazione per dissimulare l’attività illecita. Aveva anche il ruolo di custode del denaro provento dell’attività di spaccio. Gli altri 4 cittadini albanesi, tre dei quali tratti in arresto (classe 1993, 1984 e 1991), uno invece è irreperibile, rivestivano il ruolo di pusher in quanto dediti allo spaccio sul territorio dello stupefacente, con a disposizione schede telefoniche, autovetture ed alloggi”.

“Avevano nella loro disponibilità armi, come riscontrato nel corso dell’arresto di uno di essi trovato in possesso di una pistola semi automatica clandestina e di 15 cartucce per il relativo munizionamento. I proventi dell’attività illecita, effettuata soprattutto nelle città di Martinsicuro ed Alba Adriatica venivano reimpiegati in investimenti immobiliari effettuati in Albania e in Italia dalla famiglia del capo dell’associazione” concludono dalla Questura di Teramo.