L’era Serafino. Continua l’aria di fiducia nei confronti del neo presidente, Domenico Serafino. I suoi progetti, oramai chiari a tutti, sono gli stessi che il popolo rossoblu vuol sentirsi dire da quando la società ha lasciato la serie cadetta nel lontano giugno 1989, dopo la rovinosa sconfitta casalinga con il Licata, una gara sfortunata segnata dal rigore sbagliato da Ermini sullo 0 a 0.

Negli ultimi 30 anni nessun presidente ha mai parlato in modo così chiaro, nemmeno il ’mio’ amico presidente Franco Fedeli, il quale ci ha dato solidità economica e quindi tolto da preoccupazioni fallimentari ma senza imbastire un vero progetto per il futuro  tipo quello attuale di Serafino.

Ho già detto che se Serafino lo aggiunge a quanto di buono ha fatto il patron di Pomezia, possiamo iniziare a sognare. Al momento il ‘se’ è d’obbligo (il compositore musicale lo sa e pare che abbia fretta di… farcelo togliere) ma la realtà dice che  l’alone di simpatia e di  fiducia nei suoi riguardi oggi è ai massimi livelli.

Fedeli, d’altro canto, è già passato ai fatti e proprio oggi ha saldato tutte le pendenze con i calciatori. Per ringraziarlo, capitan Rapisarda è andato a trovarlo negli stabilimenti di Pomezia.

Domenico Serafino sta in questi giorni producendo il massimo sforzo per caricare la squadra seguendo giornalmente gli allenamenti dei suoi dipendenti. Un giorno Franco Fedeli mi disse. “Se potessi seguire la squadra più da vicino, i risultati sarebbero diversi”. Serafino lo fa.  Con la stessa attenzione ha già preso contatti con proprietari di campi sportivi limitrofi per i quali conta di definire accordi nelle prossime settimane.

Insomma la Sambenedettese è in stand by e, se supera lo scoglio Padova (anche se, a dir la verità, la gente non ci crede molto) l’entusiasmo potrebbe salire alle stelle e contagiare positivamente anche la trasferta al “Rocco” di Trieste. Dopo i dovuti ringraziamenti alla nuova proprietà per aver fatto disputare la gara, l’impresa lo consacrerebbe già a uomo della provvidenza.

Comunque in questo momento storico la cosa più saggia è quella di dare tempo al tempo.