SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Era la primavera del 2007, precisamente il 31 maggio, quando scrissi un articolo intitolato “San Benedetto del Cemento” (clicca qui). Ero molto più giovane e forse anche più ingenuo, la giunta Gaspari, vittoriosa nel 2006, governava da un anno la città e le dichiarazioni mattonare del sindaco mi stimolarono una critica ancora oggi valida.

Così iniziava l’articolo:

Qualcuno ci dovrà spiegare poi, oggi come fra trent’anni, a cosa servirà costruire altre abitazioni in questa città. Prendo spunto dalle dichiarazioni rilasciate ieri dal Sindaco Giovanni Gaspari, in relazione alla riduzione del rischio di esondazione del fiume Tronto (una buona notizia), in seguito ad alcuni interventi realizzati. La diminuzione del rischio rende edificabile un ulteriore fazzoletto di terreno.

«Se riparte l’edilizia aumentano le entrate per il Comune derivanti dagli oneri di urbanizzazione», ha spiegato il primo cittadino. Certo che il bilancio è importante per una città; ma non è tutto. Prima viene la conservazione della qualità della vita dei suoi cittadini, e viene il rispetto dell’ambiente“.

Il resto lo potete leggere al link di cui sopra.

Non sono passati trent’anni ma quasi la metà, esattamente 13, ed è sempre il 31 maggio, ma del 2020 e non del 2007. Dopo il decennio gaspariano, di cui nessuno è innamorato, siamo nel quadriennio piuntiano, di cui si fatica a ricordare altro se non mattoni e macerie. Il tema è sempre lo stesso ma di gran lunga peggiorato: il consumo di suolo, pur lentamente, è proseguito, talvolta verso l’alto grazie al Piano Casa. San Benedetto ha persino superato Porto San Giorgio nella classifica delle città più densamente abitate delle Marche.

Ma la marcia di comando che vige all’indirizzo di viale De Gasperi 124, sede municipale, è sempre la stessa.

Sbagliano i superficiali detrattori di Piunti, che disegnano l’attuale sindaco come un inefficiente e inconcludente primo cittadino. Piunti con le sue sette varianti (e non solo) sta ridisegnando il volto urbanistico di San Benedetto molto di più di quanto sia riuscito Gaspari, che pure avrebbe ambito a qualcosa di più: si pensi alla Megavariante del 2010, poi affossata dall’opposizione di un comitato cittadino e di una discussione che fu tutta interna al centrosinistra, con Piunti alla finestra.

(Qui il tag “Megavariante” di Riviera Oggi con l’attuale primo cittadino che non compare mai nell’archivio di articoli; oppure, se lo ha fatto superficialmente, senza entrare nel merito delle volumetrie ma solo nella blanda superficialità del politichese, clicca qui).

E poi Gaspari affondò nel finale della sua esperienza amministrativa senza riuscire ad approvare i Poru.

Piunti invece fa per fare: incontri pubblici solo se obbligato, senza metterci la faccia, senza ascoltare i comitati di quartiere tutti contrari, senza dare indicazioni. Si chiude nel suo ufficio e, assieme ad una giunta compatta e fedele come un sol uomo, nell’assenza totale di partiti organizzati a sostegno della maggioranza, approva.

E coloro che erano strumentalmente contro le gasparate, adesso sono strumentalmente a favore delle piuntate.

In mezzo, lo scalpo della città di Sant’Appartamento del Tronto, la cittadinanza ignara e tradita dal voto (il buon Piunti non ha mai detto che avrebbe partorito un simile ammasso di varianti urbanistiche e non solo, né in campagna elettorale né delineando il suo programma elettorale), e, buoni terzi, noi stessi.

Che oggi ripetiamo le stesse cose che scrivevamo nel 2007 per fermare Gaspari. E dopo 13 anni, siamo Piunti e a capo.