SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una storia a lieto fine, anche se al solo sentirla scorrono brividi. Quelli che non hanno neppure avuto il tempo di avere due genitori i quali adesso, domenica 24 maggio, cullano la loro creatura letteralmente sana e salva (3,2 chilogrammi di peso per 49 centimetri, l’amore di mamma e babbo).

Tuttavia si è rischiato il peggio, appena due giorni fa, 22 maggio, quando il bimbo è nato. Erano le 4 del mattino quando la donna, incinta e ad una settimana dall’atteso parto, si è accorta di avere una forte emorragia a causa del distacco della placenta. Pochi secondi per capire cosa stava accadendo e poi, di corsa, in automobile.

Fari accesi e acceleratore, senza neppure portarsi dietro documenti e patente. La coppia vive a Porto d’Ascoli quindi è stata parzialmente agevolata dal prendere la sopraelevata che conduce alla Superstrada per recarsi all’ospedale Mazzoni di Ascoli, essendo quello di San Benedetto non fruibile a causa dell’emergenza Covid-19 (ci torneremo infine).

Nella sfortuna di quanto stava accadendo, anche la fortuna che sia capitato in piena notte, quando il traffico automobilistico era pressoché azzerato: “Soltanto sulla Superstrada abbiamo avuto un rallentamento – dice il neo-papà – In un tratto ad una sola corsia avevamo davanti a noi un camion che procedeva a velocità moderata”. Intanto la perdita di sangue proseguiva.

Arrivati al Mazzoni, la neo-mamma è stata subito ricoverata e alle 5.30 è nato il bambino. Sano e salvo appunto.

“Soltanto dopo i medici mi hanno spiegato che ce l’abbiamo fatta per una questione di pochi minuti. Probabilmente 5 minuti di ritardo sarebbero stati fatali” ci spiega. Ed ecco allora l’appello: “Siamo partiti e arrivati ad Ascoli senza neanche un istante di ritardo. Se ci fosse stato il traffico abituale probabilmente non ce l’avremmo fatta. Ma se invece avessimo avuto l’ospedale di San Benedetto funzionante, avremmo impiegato pochi minuti per recarci lì con tutta la sicurezza del caso. Lo dico soprattutto per chi, dopo di noi, per svariati motivi, potrebbe aver bisogno di interventi urgenti. Possono salvare la vita”.

Ma perché l’ospedale di San Benedetto non è fruibile?

Il “Madonna del Soccorso” è uno degli ospedali marchigiani trasformato in “Covid” lo scorso mese di marzo, e quindi, per evitare contatti tra i ricoverati, tutta l’attività abituale è stata spostata ad Ascoli. Il numero dei ricoverati Covid è arrivato, nel momento massimo, a circa 40 unità; da molti giorni ci sono solo 3 ricoverati.

La Regione Marche ha predisposto un “graduale” ritorno alla normalità anche se questo processo è molto lento poiché, nel caso di eventuale nuovo contagio, si rischia di dover rioccupare gli ospedali marchigiani ed effettuare nuovamente lo spostamento dei reparti (purtroppo gli 84 posti letto del Fiera Hospital di Civitanova non sono sufficienti come cuscinetto d’emergenza, se non per numeri ridotti).

Ma questa è un’altra storia, che speriamo di non dover raccontare nuovamente. Intanto, auguri di cuore al nuovo arrivato.