SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Come tutta l’Italia, la costa picena e la sua antistante collina stanno vivendo un periodo cruciale, storico. Ed è in questi momenti che occorrono svolte importanti in senso positivo al territorio, al nostro modo di vivere civile, a un rispetto l’un l’altro che negli anni precedenti era quasi scomparso.  Il proverbio “non tutto il male viene per nuocere” non è nato per caso ma per realizzarlo occorrono intelligenza e visione futura.

Doti, per esempio, che non sono mai mancate al nostro concittadino Nazzareno Torquati il quale, nel tempo, ha sempre dato segno di una lungimiranza per molti versi sconosciuta in tutti gli amministratori che si si sono succeduti alla guida dei vari comuni costieri. Lungimiranza che abbozzò nel periodo in cui è stato assessore ma che, per vari motivi, non ebbe tempo di portare a termine. È comunque stato presente nelle cronache con comunicazioni che noi abbiamo sempre tenuto in alta considerazione. L’ultima che sto per rendere nota, oltre che essere attualissima, è un segnale importantissimo che i nostri territori dovrebbero sfruttare prima  che sia troppo tardi. Io me lo auguro. Leggetela attentamente: apparentemente le idee di Torquati sembrano  enormi e impossibili da realizzare. Se mai si comincia, però, lo saranno ancora meno. 

NAZZARENO TORQUATI: “Se una ‘Città Grande’, come concepita dall’omonimo comitato nato nel 2017 (quindi nel periodo precedente il Covid-19) era un’assoluta necessità in grado di modificare le nostre vite e il nostro territorio in senso di sostenibilità ambientale, ora per affrontare il futuro diventa assolutamente indispensabile.

Cambieranno sistemi di lavoro, di rapporti interpersonali, del costruire, nel creare ricchezza, di viaggiare, di comunicare, e questo in un contesto purtroppo minaccioso di sviluppo di nuovi e sconosciuti virus pandemici.

La nostra comunità non può affrontare una sfida epocale di questo genere con la mentalità medioevale chiusa nei propri confini comunali ma deve aggregarsi in un disegno di fusione territoriale così da permettere investimenti importanti e benessere sociale, culturale ed economico.

Solo unendosi, i municipi che già da ora non hanno soluzione di continuità come San Benedetto, Grottammare,Monteprandone, Acquaviva ed altri come Ripatransone o Cupra o chi ci vuole stare, potranno dare il via ad una stagione importante di investimenti ormai non più rimandabili.

La Costa Picena necessità di una rivisitazione generale nelle attività produttive e commerciali, vantiamo ancora posizioni di spicco nell’agroalimentare, nell’elettronica, nella nautica, nel turismo, ma da decenni non realizziamo grandi opere se si escludono quelle di make-up cittadino.

Occorre portare avanti:

a-progetti  cantierabilii tipo terzo braccio del porto con spostamento dei cantieri e totale rivisitazione dell’area del molo sud

b-variante collinare

c-nuova stazione ferroviaria,

d-stazione per i vigili del fuoco

e-nuove scuole

f-nuovo tribunale

g-parco Marino

h-diversificazione agricola in senso biologico

i-cooperazione internazionale

l-nuove sedi universitarie e centri di ricerca

m-grande valorizzazione dell’artigianato.

Poi sistemazione delle piazze e soprattutto un grande progetto di riforestazione e creazione di parchi in ogni area oggi  ancora disponibile e sottratta alla speculazione edilizia.

Investimenti importanti che però necessitano di tanto territorio e sostenibilità ambientale e quindi unità di intenti e fusione delle municipalità interessate, così da diventare una città metropolitana e nuovo capoluogo di provincia. Soprattutto necessita di un nuovo modo di intendere la politica e di affrontare il futuro con passione civile e onestà”