IL SINGOLO

Umani è il primo singolo che anticipa l’album “Due” in uscita per l’estate 2020. Il brano scritto e prodotto mentre l’artista Freddo era bloccato in casa in Inghilterra, descrive perfettamente le emozioni vissute dall’autore durante questo tempo sospeso. Una storia vera di questa vita in lockdown.  Umani è disponibile su Bandcamp dall’8 maggio 2020 ed accompagnare il singolo è stato lanciato un video che mostra una Londra inedita e deserta.

Ascolta il brano su Bandcamp.

Guarda il video su Youtube.

FREDDO è due persone.

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Da una parte c’è il Produttore/compositore/polistrumentista che da 20 anni vive e lavora a Londra, e vanta collaborazioni internazionali nell’ambito audio-video: partendo da Cupra Marittima nelle Marche si siede alla batteria su palchi di tutta Europa, passando anche in Italia per Festivalbar, CocaCola Live, Arezzo Wave e piazze importanti con artisti soul, rock e jazz, spinge bottoni in studio come produttore di musica elettronica per la BMG Germany ed artisti dance internazionali, vanta Remix ufficiali per la Sony UK di artisti come Beyonce, e compone colonne sonore per film per cinema, sino a fondare la Subframe Media e occuparsi in prima persona di Regia e Fotografia per client internazionali.

E dall’altra parte c’è un cantautore ispirato che dopo un lungo percorso torna alla musica grazie alle sue radici, e dall’Inghilterra mette a fuoco e celebra la sua appartenenza ad un paese e ad una cultura, quella italiana, lontana eppure vicina. Freddo parla così alle sue origini raccontando storie e sentimenti universali attraverso la lingua italiana. In bilico sulla linea sottile che divide queste due identità eclettiche nasce il profilo di un artista sensibile e profondo che tocca con pennellate di parole temi personali ed emozioni condivise. Questo equilibrismo artistico traduce I temi e le storie in quadri d’autore che ricordano nella scrittura la grande tradizione cantautoriale italiana anni 70 ed 80, mentre nel sound c’e’ tutto un respiro internazionale dal gusto folk e retrò.

I suoi artisti di riferimento: George Harrison, Lucio Battisti, Beck, Ivan Graziani, Elliot Smith, Lucio Dalla, Pink Floyd, Franco Battiato, Khruangbin, Mango, Jonathan Wilson.

Innanzitutto conosciamoci meglio, soprattutto per chi non conosce ancora Freddo. Da dove vieni, da quando sei a Londra e di cosa ti occupi?
Allora nella vita reale nasco come Federico Portelli, vengo da Cupra Marittima e sono a Londra da quasi 20 anni. Ho fatto sin da giovanissimo il musicista e produttore musicale e da qualche anno però ho creato la Subframe Media che èuna casa di produzione foto e video. Ho divorziato dalla musica anni fa per motivi che non ti annoio qui a dire ma dal 2019 abbiamo fatto pace ed ho trovato una chiave nuova: scrivere canzoni in italiano, cosa che non avevo neanche lontanamente immaginato quando ho lasciato l’Italia anni fa. Da lontano invece ho scoperto che le radici sono una grande risorsa e più sono solide e più la pianta è verde. “Freddo” è il frutto della mia pianta, Freddo è due persone, l’italiano anzi il marchigiano, e il cittadino del mondo. Anche il nome è un viaggio di andata e ritorno, ma te lo racconto nella prossima intervista!”
Come nasce l’idea di Umani?
Umani è un’operazione verità. Nasce dal Lockdown ovviamente: ad aprile guardando fuori dalla finestra la sera sapevo che c’era una persona speciale a pochi isolati da casa mia ma non potevamo vederci. E allora come fanno sempre le canzoni mi ha bussato alla porta la prima frase “quando scende la sera” e il resto è venuto in 20 minuti. Umani è sia il mio biglietto da visita come cantautore e sia un piccolo manifesto del tempo che viviamo. Dentro c’è la storia d’amore vissuta tutta dalla distanza, ma c’è anche nel ritornello una profonda riflessione sulla nostra condizione e sui nostri sentimenti più Umani appunto. La noia delle “mani nelle mani”, la paura, l’ascoltarsi in solitudine. E da li abbiamo deciso che dovevamo fare anche un video per raccontare Londra, una Londra sconosciuta e vuota, ed il video è proprio la testimonianza del tempo che stiamo vivendo e vuole essere un messaggio universale che a guardarlo lo capiscono tutti in ogni parte del mondo. Poi le sensazioni che ho provato io nel fare le riprese in giro per la città sono una roba che ci mettiamo un’altra intervista a raccontarle.. non le dimenticherò mai.
Com’è la vita a Londra in questo periodo e soprattutto quale è la sensazione in merito al Covid?
Io da italiano e avendo visto in anticipo cosa succedeva sono stato subito critico nei confronti della gestione della pandemia da parte di questo governo inglese, ma dopo due mesi devo dire che mi ricredo un po’. La questione strettamente sanitaria è stata ed è ancora una cosa difficilissima da gestire come in ogni paese, ma a livello sociale diciamo che la palla è stata lasciata più in mano al rispetto e al senso civico dei cittadini. Questo fino ad ora ha portato ad un Lockdown piu leggero rispetto all’Italia, ad un senso di continuità e anche a meno paura e frizioni sociali. Ho visto sicuramente molti menefreghisti in giro anche qui ma in linea di massima le persone si sono adeguate ed ora si cerca di capire nell’incertezza del domani come riprenderanno le cose, ma lo si fa con più fluidità. Nulla a che vedere con la clausura totale che avete vissuto in italia e le conseguenze del blocco dell’economia che credo purtroppo l’Italia andrà ad affrontare. Forse ho sbagliato momento per iniziare a scrivere canzoni in italiano” (sorride, ndr).
Quali sono i tuoi obiettivi personali e non solo per il presente e futuro?
Partiamo dal presente: da dentro la mia camera sto terminando di registrare e mixare il mio primo Album che si chiama “Due” e lo farò uscire questa estate: parla di sentimenti e storie personali in cui come in “Umani” credo molti si ritroveranno. Nel frattempo ho scritto già tutte le canzoni del secondo Album che invece tratterà di un tema a cui tengo moltissimo, le malattie mentali e le storie di persone dimenticate, personaggi del mio paese, diciamo una piccola Antologia di Spoon River marchigiana, ma con una valenza universale.
Poi il Futuro prossimo: beh vorrei che Umani diventasse virale arrivando a più persone possibili, sia quelle influenti, magari altri artisti italiani che stimo molto e che mi piacerebbe ascoltassero, e sia le persone comuni, quelle che quando ascoltano e guardano il video si emozionano ogni volta e poi canticchiano il ritornello in macchina. E in fine il Futuro remoto: vorrei essere ascoltato ed apprezzato come si faceva con i cantautori di una volta, e vorrei suonare le mie canzoni con una band davanti a migliaia di persone appena si potrà. Soprattutto voglio che le mie parole e le storie che racconto arrivino al cuore. Non ti far fregare: io sono Freddo di nome ma molto caloroso dentro” (sorride ancora, ndr).