SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Da 10,50 metri quadrati a 22 nell’arco di un solo giorno. Regna l’incertezza nel mondo balneare e nel turismo italiano dopo il documento dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Inail nel quale si indica, come misure di sicurezza in spiaggia per evitare contagio da Covid-19, una distanza di 5 metri per ciascuna fila di ombrelloni e 4,5 tra ombrelloni della stessa fila. Mentre il giorno prima la Regione Marche aveva approvato una delibera, seguendo l’esempio dell’Emilia-Romagna (e presto dell’Abruzzo) per assegnare lo spazio minimo a 10,50 metri quadrati (3 per 3,50 ad esempio).
“Mi aspetto adesso che la politica con la P maiuscola decida le misure migliori – commenta Sandro Assenti, presidente di Confesercenti Ascoli e imprenditore balneare – Noi siamo al fianco della Regione che ha anticipato i tempi per consentirci di riaprire in tempi giusti e ci ha ascoltato. Anche se io temevo e l’ho detto, considerati i tanti livelli di decisione, che qualcosa andasse storto, tra Comuni, Regione, Governo e Comitato Scientifico”.
“La misura proposta da Iss e Inail, ovvero 22 metri quadrati, è inaccettabile e impedirebbe di lavorare quasi in tutta Italia – continua – Si tratta di misure date per deresponsabilizzare quegli enti; alla fine l’Inail è costretta a pagare i lavoratori che risultassero infettati dal virus ovunque avvenga il contagio. Ma gradirei conoscere le motivazioni scientifiche alla base di certe scelte: più che tra gli ombrelloni, bisogna stare attenti semmai alla passeggiata sul bagnasciuga, quando le persone si incrociano a pochi centimetri le une dalle altre”.
“Per non parlare dei tavolini nei ristoranti: si era detto di distanziare i clienti di un metro, adesso ce ne indicano due: eppure la distanza di un metro è quella che vale nei negozi, nei pullman, nei supermercati, perché arrivare a due metri a tavola?” continua.
“Vedo che le misure proposte stanno creando malcontento in tutta Italia. Ora i nostri politici devono scegliere e dare indicazioni chiare, e presto, perché il layout della spiaggia lo facciamo adesso, non possiamo cambiarlo a luglio. Forse qualcosa si può rivedere rispetto alle indicazioni della Regione, ma parliamo di poco, non oltre il doppio” conclude Assenti.
Da parte sua Giuseppe Ricci, presidente Itb Italia, fa presente che “quello che si sta dicendo è campato per l’aria e fuori dal mondo. Noi abbiamo fatto dei ragionamenti con la Regione per arrivare a condizioni minime che mi sembrano più che giuste, fatta salva la possibilità di garantire distanze maggiori da parte del titolare. L’Iss e l’Inail hanno inviato una circolare con una raccomandazione ma non vedo come possano scavalcare una regione“.
“La regola dei 10,50 metri quadrati mi sembra valida, consente sia la sicurezza che il lavoro dei balneari, impossibile con 22 metri quadrati. Teniamo presente che sarà un’estate anomala, segnata da grande crisi e tutt’altro che affollata in spiaggia. E a tal proposito chiediamo che alcune spese, come quelle del canone da assegnare come ricognitorio o l’immondizia, vengano riviste: più che vincoli, c’è bisogno di sostegno” conclude.
Lascia un commento
E siamo alle solite…Non gli esami ma gli egoismi non finiscono mai.. Non sono ancora trascorsi i canonici 15 giorni dalle piccole riaperture del 4 Maggio e gia i dati dicono che il pericolo è in agguato e si riaffaccia pericolosamente. I dati sulle mortalità non sono incoraggianti a meno che non si vogliano paragonare i 195 di oggi ai 500 di qualche mese fa come se fossero 195 bruscolini..Diciamo le cose come stanno.. Gli utimi anni sono stati abbastanza ripaganti per questo settore del turismo..E’ un settore che va preso con le molle poichè si fanno i conti con… Leggi il resto »
“Misure fuori dal mondo”: non so perché ma in questa affermazione c’è qualcosa di … recondito. Qualcuno racconta che le misure non siano tutto mentre è la qualità quello che conta. Un mito sa sfatare ?
Se qualcuno crede che stia alludendo a chissà cosa si sbaglia di grosso.