ANCONA – Ancora un braccio di ferro che vede protagonista la Regione Marche sui criteri di applicazione delle regole per contrastare il contagio da coronavirus. Se tra febbraio e marzo vi fu grande tensione sulla chiusura delle scuole, con Ceriscioli che voleva il lockdown e il governo invece più prudente (alla fine tutti sanno come è andata), stavolta sono le regole di un comparto importante per l’economia regionale, ovvero il turismo balneare, che vale il 90% delle presenze turistiche marchigiane.

Il tema è il distanziamento tra gli ombrelloni, necessario per evitare contatti ravvicinati e facilitare così eventuali contagi. Le Marche, proprio lunedì, hanno approvato con una delibera di giunta le linee guida per gli stabilimenti balneari, con un distanziamento pari a 10,50 metri quadrati per ciascun ombrellone (clicca qui per tutte le regole puntuali).

“In spiaggia ombrelloni con 22 metri quadrati l’uno”: Inail e Iss “raddoppiano” Marche e Romagna DOCUMENTO

Oggi la doccia non fredda ma gelata: il Comitato Scientifico interno alla Protezione Civile ha approvato invece le linee guida di Istituto Superiore della Sanità e Inail, le quali prevedono ben 22 metri quadrati per ombrellone (5 tra le file e 4,50 tra ombrelloni). Decisione che se fosse tale, avrebbe ripercussioni fortissime non solo per gli stabilimenti balneari ma anche per tutto il settore, dagli alberghi ai residence ai camping: di fatto, vi sarebbe una contrazione così forte di posti disponibili in spiaggia da impedire quasi del tutto (o del tutto) l’avvio della stagione turistica.

“Sono dei burocrati – tuona l’assessore al Turismo delle Marche Moreno Pieroni – Prendono delle decisioni soltanto pensando al loro punto di vista, senza riflettere sulle conseguenze di quel che dicono. Ci faremo sentire”.

Domani mattina, infatti, dice lo stesso Pieroni, “è in programma un incontro urgente tra me, il presidente Ceriscioli e gli uffici tecnici. Scriveremo immediatamente una nota al Governo, al Presidente Conte e al Ministro Boccia, spiegando che noi e l’Emilia-Romagna siamo le uniche due regioni che sono arrivate in anticipo a definire un protocollo di comportamenti per la stagione balneare che teneva conto di tutte le misure di sicurezza da garantire a turisti, cittadini e lavoratori. La misura di 22 metri quadrati è fuori da ogni logica, così molte zone delle Marche, dove la spiaggia è ridotta – penso alla Riviera del Conero o a Porto Sant’Elpidio – non avrebbero di fatto neppure la possibilità di avviare le attività e in altre zone la spiaggia sarebbe limitata al massimo ad una porzione di residenti”.

“Dal Governo era trapelata la notizia che sulla gestione degli spazi balneari ogni regione avrebbe adattato i protocolli alle caratteristiche sue proprie: noi l’abbiamo fatto ma adesso arrivano queste indicazioni da burocrati. Dovrà essere il Governo a darci una risposta e in tempi brevi: noi ci siamo mossi per consentire la ripresa delle attività in tempi certi e celeri e in sicurezza” conclude Pieroni.