SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ai  microfoni dell’ufficio stampa il difensore Andrea Gemignani racconta questi primi giorni di Fase 2. Dopo un lungo periodo di difficoltà, uno spiraglio di luce in fondo al tunnel.

“Finalmente siamo tornati a correre – racconta il toscano classe ’96 – oggi ero in spiaggia insieme a Cernigoi e Carillo, ovviamente con tutte le precauzioni del caso e mantenendo le distanze (forse anche troppa, eravamo almeno a 5 metri). Abbiamo fatto alcuni degli esercizi  che ci hanno assegnato i prof ed è stata una bella sensazione, ti senti molto più libero e tutto questo aiuta anche l’umore. Abbiamo poi un’app sul telefonino e tramite il gps i dati dell’allenamento vengono inviati ai preparatori. Per i prossimi giorni continueremo alternando il lavoro da casa con quello all’esterno”.

Gemignani ha parlato poi della sua carriera iniziata all’età di 5 anni e addirittura controvoglia: “Non mi piaceva giocare a calcio, ero timido e andavo solo a vedere gli allenamenti di mio fratello che ha due anni in più di me. Un giorno proprio lui mi disse dai, vieni a fare qualche tiro con noi e da lì è scoppiata la passione”.

Il difensore all’età di 8 anni dall’Atletico Lucca passò nelle giovanili dell’Empoli e con il club toscano rimane fino ai 18 collezionando anche diverse panchine in A sotto la guida di mister Sarri, in quello che è stato definito ” l’Empoli dei miracoli “.

“Mister Sarri è una persona meravigliosa. Faceva sentire considerati anche noi giovani, si comporta proprio come un padre di famiglia. Calcisticamente pretende sempre il massimo ed alla fine riesce a tirarlo fuori da tutti. Ad Empoli fece grandissime cose ed il successo da allenatore che ha avuto in questi anni lo merita tutto. Non lo so sento da un po’, ma averlo avuto come mister, anche se alla fine ero giovane e semplicemente aggregato alla prima squadra, mi ha aiutato moltissimo”.

Dopo Empoli, Gemignani inizia la sua carriera tra i pro prima a Pontedera, due stagioni, poi Gavorrano e infine arriva in rossoblu nella stagione 2018-19.

“A gennaio, di comune accordo con il direttore sportivo Fusco, ho deciso di andare in prestito all’Alessandria. In quella prima parte di stagione alla Samb le cose non sono andate come avrei voluto e cambiare aria mi è servito molto. Quest’anno sono tornato ed è andata tutto come speravo, giocandomi le mie chanches per poter dimostrare il mio valore e ne sono felice.”

Il futuro? Per quanto riguarda la mia situazione, sono a scadenza di contratto. In questo momento comunque ci sono problemi più gravi e tutto è fermo, quindi anche le eventuali trattative. A me piacerebbe molto restare, qui sto benissimo. Mi trovo bene con questa società ed in questa bellissima città. Al mio futuro penseremo quando sarà il momento”.

Infine, Gemignani ha espresso il proprio pensiero sull’eventualità della chiusura anticipata del campionato.

“Secondo me lo stop è d’obbligo. La salute viene prima di tutto. Senza la salute non si può giocare a calcio. La proposta formulata dai club di serie C è stata condivisa da tutte le società. Anche noi calciatori abbiamo espresso la nostra opinione tramite la Aic che ci ha fatto compilare un modulo. Se lo stop sia la soluzione migliore in assoluto questo nessuno può dirlo. In situazioni eccezionali come questa, comunque, una decisione alla fine va presa e non resta che affidarsi quanto più possibile al buon senso”.