Punto zero. Premetto che l’azzeramento del potenziale contagio è dato da un indice che deve indicare zero,zero, il fattore R. Per esempio 0,7 come è adesso in Germania, indica che 10 positivi possono contagiare altri 7, un positivo… 0.7 persone. Indice 1,2 significa che 10 contagiati possono trasmettere il virus ad altri 12 esseri umani. Questo ho capito.

Io sono il fautore della tesi che i vari territori, non per forza Regione per Regione, debbano avere direttive in base al tasso di contagio sopra espresso. Posso aver torto o ragione, nessuno lo sa.

Un giornalista su Sky domanda: “In una vasta zona del sud Italia con zero contagi e 0-1 decessi, si potrà tornare in breve tempo alla vita normale, magari con le mascherine e con le giuste distanze?”

Il virologo ha risposto: “No, perché il tasso è zero per il semplice motivo che hanno rispettato le regole governative e sono stati a casa. Se si torna uscire torniamo punto e a capo”.

In principio sono stato d’accordo ma poi riflettendo meglio mi sono chiesto e lo chiedo a voi: “Se non si può uscire neanche quando le condizioni sono quelle prima del virus, quanto mai si potrà uscire? Anche in considerazione dell’impossibilità di oltrepassare la propria regione”

La risposta più semplice è “Mai” o meglio “Dopo che tutto il popolo italiano è stato vaccinato”.

Insomma non stiamo tendendo allo zero contagi bensì alla data, per ora ipotetica di un vaccino testato. Cioè dopo il 2020. Per me il professore ha preso una grossa cantonata. Se l’ho presa io, spiegatemi perché. Grazie.